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Un nuovo scippo ai danni del Sud sta per materializzarsi con la proposta del governo Meloni all’Unione europea di modifica della cosiddetta Carta Aiuti a livello regionale: uno strumento pensato per quelle regioni svantaggiate dell’Unione in cui è consentita una deroga al divieto generale di concessione degli aiuti di Stato.
Lo strumento
Ogni partner europeo è tenuto a notificare alla Commissione europea un’unica Carta degli aiuti a finalità regionale che identifica le suddette aree e specifica le intensità massime di aiuto a esse applicabili e ha validità dal 2022 al 2027. Ebbene Palazzo Chigi ha deciso di cambiare in corsa le regole del gioco infrangendo una prassi consolidata che attribuiva alle Regioni del Mezzogiorno il massimale dei sostegni consentito onde favorire il recupero del divario con il Nord.
La denuncia
A denunciarlo i parlamentari pugliesi del Partito democratico. Che, in particolare, temono per i contraccolpi sulla piattaforma per le tecnologie strategie (Step), un regolamento che permette alle Regioni di accantonare un tesoretto di aiuti europei per favorire la transizione digitale e gli investimenti soprattutto delle grosse aziende. Sul punto la Regione Puglia ha destinato ben 450 milioni di euro fino al 2027. Ebbene, le modifiche proposte dal governo italiano rischiano di dimensionare il programma Step per sostenere in Puglia e nel resto del Sud investimenti in settori e tecnologie a elevata intensità di conoscenza e incrementare l’autonomia strategica, ma soprattutto consolidare la capacità attrattiva innalzando le attuali specializzazioni produttive verso i più alti livelli di innovazione. Un quadro che se applicato, come in passato, si trasforma in un formidabile attrattore per colossi e multinazionali incentivate a puntare al Sud in virtù del regime massimo di agevolazioni che di fatto aggira i divieti europei.
L’affondo
«Da ciò che si apprende in queste ore, però – denunciano i parlamentari Dem – questa straordinaria opportunità per il Sud potrebbe “sgonfiarsi” come un pallone proprio a seguito della richiesta di rinegoziare in sede comunitaria la Carta degli Aiuti per consentire anche alle Regioni del Nord, in maniera indiscriminata e in spregio ai diversi tenori di aiuto, di sostenere in particolare gli investimenti delle grandi imprese». Un’autentica iattura che «ancora una volta taglierebbe le gambe al Mezzogiorno d’Italia e soprattutto alle Regioni che, come fatto in Puglia, risultano fortemente attrattive».
«Un atto di concorrenza sleale, l’ennesimo tassello di una politica complessiva che continua a ridurre il Mezzogiorno a mera periferia socioeconomica, e che prosegue inarrestabile nel processo di smantellamento delle politiche di coesione». Da qui l’amara conclusione: «È francamente sconcertante l’ostinazione con la quale questo Governo annichilisce il Sud. Nessuna speranza, nessuna prospettiva. Una corsa contro il tempo per portare a casa quelle riforme che, autonomia in testa, hanno ormai un obiettivo dichiarato: spezzare in due il nostro Paese».
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