Bolzano, suite dell’hotel con barriere architettoniche. La denuncia della coppia: «Soggiorno rovinato e niente scuse» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Quanti sono «pochi passi»? Al di là della comune accezione, che comunque varia se a compierli è un giovane in forma o un anziano, è però certo che per un disabile o comunque qualcuno con serie difficoltà motorie anche una distanza minima può trasformarsi in un calvario. E se il calvario si prospetta come dura realtà seguita alla speranza di un idillico Ferragosto dolomitico, dopo mille richieste e assicurazioni («è la nostra suite migliore: vedrà che ce la farà»), finisce che l’unica soluzione, assieme al travaso di bile, è quella di girare l’auto e tornarsene a casa. È ciò che è successo a una coppia ravennate, trovata a confrontarsi con i problemi di una patologia rara, la Miastenia gravis con certificazione all’80%, che concede davvero, fin dall’inizio, solo «pochi passi» a chi ne è colpito. Racconta la signora Barbara: «Come turisti, non cerchiamo soluzioni a basso costo e, dove andiamo, muoviamo l’economia perché non ci limitiamo a soggiornare ma selezioniamo ristoranti di pregio e locali caratteristici e storici come quelli promossi dal circuito “Locande sudtirolesi”. Negli anni ne abbiamo frequentate in più località. Siamo consapevoli che le antiche locande sono spesso edifici storici difficilmente in grado di offrire camere da raggiungere senza scale e quest’anno, per la prima volta nostro malgrado, ci siamo trovati a verificare personalmente tutto l’elenco di chi offriva pernottamento, chiedendo espressamente l’accessibilità senza scalini. Molte voci gentili ci hanno risposto con onestà, e abbiamo apprezzato. Dispiaceva a noi per primi».

La rinuncia alla vacanza

Ma diverso è stato il caso del Saalerwirt di San Lorenzo di Sebato. «Sarebbe bastato che, al momento della prenotazione, ci avessero detto che non era una struttura adatta a noi — continua Barbara —, e non ci avrebbero messo in difficoltà vendendo ad altri la loro suite da 380 euro a notte senza elevatore a piano strada, senza parcheggio vicino regolamentato e tutto fuorché a “pochi passi” dalla fruizione dei pasti principali prenotati». Il dietro front è stata così una decisione pressoché immediata e forzata. «Abbiamo rinunciato a lasciare una recensione negativa, come forse avremmo dovuto fare, preferendo chiedere un confronto diretto alla proprietaria. La signora ha negato il colloquio telefonico: “Non posso essere stata io a parlare al telefono, ormai vengo qui solo per sistemare i fiori, il personale non comprende bene l’italiano e sicuramente non ha capito cosa significano pochi passi per chi è in difficoltà”. L’unica alternativa di permanenza offertaci è stata quella di ricevere la colazione e la cena con cestino in camera o tavolo apparecchiato nell’atrio dell’ascensore, vicino a calzature e scarponi adiacenti le camere vicine. Chi l’avrebbe accettato?». 

Il sindaco: «Gestione attenta»

A questo punto la coppia ravennate ha verificato le disposizioni in materia di turismo accessibile, interessando via mail il sito Locande tradizionali, gli uffici provinciali, la polizia locale di Brunico, l’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità (Anfass) di Trento ricevendo, per ora almeno, solo uno stringato mail dalla polizia locale: «Abbiamo mandato avanti la segnalazione al competente comune di San Lorenzo di Sebato». Mentre sul sito del Saalerwirt si precisa, verosimilmente a seguito dell’intera vicenda: «Siamo una locanda cresciuta storicamente: l’accesso senza barriere alle nostre strutture è associato a distanze più lunghe». Il commento del sindaco di San Lorenzo, Martin Ausserdorfer, è tranchant: «Il Saalerwirt è una locanda storica da sempre gestita con attenzione, rispetto e professionalità. Il luogo stesso soggiace a una duplice tutela, come insieme e come edificio storico e anche chi lo sceglie deve tenerne conto. Inoltre, la normativa prevista per le disabilità è stata rispettata e verificata dagli organi competenti. Come sindaco, conosco e mi vengo a confrontare quotidianamente con situazioni e problemi ben più preoccupanti di quello di cui sono stato informato. Fossero tutti di questo tipo, sarei un sindaco felice. Lo scriva».

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