Un uomo che picchia una donna in strada, l’intervento per difenderla e poi la rapina, probabilmente orchestrata. È la cronaca di una truffa andata in scena nella notte tra lunedì 14 e martedì 15 ottobre tra via Borgo Palazzo e la stazione Autolinee di Bergamo ai danni di Matteo Bonfanti, direttore di Bergamo & Sport.
L’aiuto a una ragazza, poi…
A raccontare quanto avvenuto è stato proprio Bonfanti con un lungo post su Facebook. Tutto ha avuto inizio intorno alla mezzanotte quando il giornalista, dopo una partita di calcetto, si è fermato al distributore automatico davanti al Kebab Universal, in via Borgo Palazzo. Qui si è trovato davanti a una violenta lite tra un ragazzo e una ragazza «conciati e con dei cartoni al seguito» e ha deciso di intervenire quando il giovane ha sferrato degli schiaffi alla trentenne. «Ho reagito d’istinto», racconta il direttore. La ragazza, che si è a lui presentata come Fatima, ha subito cercato rifugio tra le sue braccia.
Ma è proprio qui che sarebbe scattato il tranello: dopo aver ricevuto 20 euro da Bonfanti, la donna gli ha chiesto un passaggio fino alla stazione Autolinee. Durante il tragitto, però, i due hanno incontrato nuovamente l’uomo e Fatima ha quindi chiesto al giornalista di dare uno strappo anche a lui. Seppur interdetto, Bonfatti ha acconsentito.
L’assalto alla stazione
Una volta giunti a destinazione, però, la situazione degenera: la Fiat Panda gialla del protagonista è stata circondata da un gruppo di persone che, in pochi minuti, l’hanno “ripulita” completamente. A Bonfanti viene portato il cellulare (poi recuperato), le sigarette appena acquistate, un caricabatterie, alcuni libri da lui scritti («Ma questo, dai, è anche qualcosa di bello, speriamo che li abbia letti», scherza su Facebook il giornalista), l’attrezzatura sportiva e persino dei capi di abbigliamento lasciati nel bagagliaio.
Fortunatamente, in un momento di pausa dall’assalto, Bonfanti è riuscito a riprendere il suo cellulare e il controllo dell’auto, schizzando via a tutta velocità.
«Sono stato vittima di una messinscena perfetta – ha spiegato Bonfanti -, architettata sapendo che nessuna persona perbene può restare indifferente davanti a una donna picchiata». Una storia, tutto sommato, a lieto fine (poteva finire peggio…), ma che conferma quanto sia delicata la questione sicurezza in zona stazione e dintorni, teatro sempre più frequente di episodi di criminalità (non sempre micro).
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