Il mondo del lavoro è in continua evoluzione e, oggi più che mai, si trova ad affrontare una sfida cruciale: il mismatch, ovvero il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Questo fenomeno, in costante crescita a livello globale, rappresenta un costo enorme per l’economia italiana, stimato in 44 miliardi di euro nel 2023, pari al 2,5% del PIL nazionale, secondo dati diffusi da Yliway.
Si tratta di un fenomeno paradossale: il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori con le competenze adeguate. Assistiamo a una crescente richiesta di figure professionali altamente specializzate, soprattutto in ambito STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e nella transizione digitale, a fronte di un’offerta carente che fatica a tenere il passo con le esigenze del mercato.
Dove ricercare le cause del mismatch sul lavoro
Le cause di questo divario sono molteplici e complesse. Tra queste, spiccano:
- Denatalità, abbandono scolastico e NEET: la carenza di giovani che intraprendono percorsi di studio e formazione – con il 21% l’Italia è al secondo posto in Europa dopo la Romania per la presenza di NEET -,si traduce in una minore disponibilità di figure professionali qualificate.
- Mancanza di investimenti in istruzione e ricerca: l’Italia investe meno della media europea in questi settori cruciali, soprattutto in ambiti strategici come l’educazione – il 4,2% del PIL rispetto a una media OCSE del 5,1% -, la tecnologia e la sanità.
- Lentezza nell’introduzione di nuove competenze: i settori tradizionali faticano ad adattarsi alle nuove esigenze del mercato, mentre quelli più innovativi richiedono competenze che il sistema formativo non riesce ancora a fornire in modo adeguato.
Sviluppare un piano d’azione per colmare il divario
L’avvento dell’Intelligenza Artificiale (AI) avrà un impatto significativo sul mondo del lavoro, modificando le competenze richieste e creando nuove opportunità. Se da un lato l’automazione potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro, dall’altro si prevede una crescente domanda di figure professionali specializzate in settori come l’IT avanzato, la gestione dei dati e l’AI stessa.
Un ruolo importante sarà giocato anche dalla digitalizzazione dei processi da parte delle organizzazioni aziendali, che potranno così monitorare capacità e competenze dei dipendenti per valorizzarle al meglio e ottimizzare il proprio posizionamento rispetto a trend ed esigenze in continua evoluzione.
Tuttavia, la tecnologia da sola non può risolvere il problema del mismatch. È fondamentale investire nella formazione continua e nello sviluppo di competenze trasversali, come la capacità di problem-solving, il pensiero critico e la creatività. In questo contesto, stanno prendendo piede iniziative come le Academy aziendali, che vanno ben oltre la semplice formazione e rappresentano uno strumento prezioso per colmare il divario tra competenze acquisite e competenze richieste.
Oltre all’aspetto formativo, le Academy rivestono un ruolo strategico nel rafforzare il senso di appartenenza all’azienda e nel motivare i dipendenti, inviando un messaggio forte di vicinanza e di investimento nelle loro potenzialità, estendendo il loro raggio d’azione anche alle soft skill, all’approccio al lavoro, alla cultura d’impresa.
Combattere il mismatch, serve un impegno congiunto
Per affrontare efficacemente il mismatch, è necessario un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti:
- Governi e istituzioni: devono promuovere politiche attive per l’occupazione, incentivare gli investimenti in istruzione e ricerca, e favorire la collaborazione tra il mondo accademico e quello lavorativo.
- Aziende: devono investire nella formazione continua dei propri dipendenti, adottare strategie di recruiting innovative e creare percorsi di carriera stimolanti.
- Lavoratori: devono essere proattivi nell’aggiornamento delle proprie competenze, dimostrare flessibilità e adattabilità, e cogliere le nuove opportunità offerte dal mercato del lavoro.
Il futuro del lavoro è già qui e richiede un cambio di passo deciso. Investire nella formazione, promuovere l’innovazione e adottare un approccio collaborativo sono gli ingredienti essenziali per affrontare con successo la sfida del mismatch e costruire un mercato del lavoro più equo, inclusivo e sostenibile.
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