Il meteo si è nuovamente accanito sull’Emilia Romagna, e questa volta non ha risparmiato Bologna ferita dalla violenza dell’acqua. Le polemiche non hanno risparmiato il sindaco e le autorità perché la città sorge su decine di corsi d’acqua, anche artificiali, in gran parte tombati nei secoli e la pressione raggiunta da Aposa e Ravone ha fatto esplodere asfalti, scantinati e tombini. Fu coperto nel 1957 per lasciar posto all’autostazione, ma è tornato alla luce di recente, legato al cantiere del tram. Il sindaco Lepore sostiene che “la sua scopertura ha permesso di avere dei danni, ma in misura minore, perché la pressione dell’acqua è stata molto meno forte”.
BOLOGNA
Fatto sta che il cuore di Bologna è stato sommerso. Le vie centrali del capoluogo emiliano si sono diventate corsi d’acqua alimentati dal sottosuolo e le strade si sono trasformate in rapide che hanno trascinato via macchine e moto. Il fango ha invaso negozi cantine e locali al pian terreno. Anche se il maltempo sembra accordare una tregua, la rabbia aumenta mentre si spala il fango e si fa la conta dei danni, ingentissimi: una vittima, Simone Farinelli, 20 anni, travolto dalla furia dell’acqua mentre era in macchina con il fratello; oltre 2500 sfollati e centinaia di chiamate con richieste d’aiuto ai vigili del fuoco.
LE RICHIESTE D’AIUTO
I Bolognesi chiusi nelle loro macchine o dentro scantinati dove il livello del fango saliva, hanno chiamato i soccorsi, anche solo per farsi dare coraggio dagli operatori. Il primo contatto era anche la prima forma di aiuto agli utenti, raccontano i vigili. In una nota, però, hanno denunciato la cronica mancanza di personale e mezzi nelle circostanze proibitive nelle quali devono operare in situazioni di emergenza estrema come quelle delle ultime ore. E Lepore rincara la dose puntualizzando che il “parco mezzi è il più vecchio d’Italia per un Comando che ha già svolto quasi 15000 interventi” dall’inizio dell’anno.
LE CRITICITA’ IN ITALIA
E il meteo continua a dare prova della sua violenza distruttiva anche in altre zone d’Italia: in Calabria, nel catanzarese i vigili sono dovuti intervenire con mezzi anfibi per raggiungere Maida, un paese isolato a causa dell’esondazione di un torrente e a Lamezia Terme un’auto è stata inghiottita da una voragine provocata dalla pioggia. Anche in Sicilia si spala il fango a Licata, in provincia di Agrigento, e si contano i danni dell’esondazione del fiume Salso.
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