Le minoranze attaccano la Provincia. L’assessore al turismo competente anche in materia di grandi carnivori Failoni: «Ripresenteremo un emendamento più strutturato»
Recentemente, il Senato ha dato un primo via libera al disegno di legge sulla montagna che mette sul piatto 200 milioni di euro per sviluppare i territori alpini e appenninici. I fondi saranno investiti per incentivare l’attività di medici e operatori sociosanitari, ma anche per migliorare i servizi scolastici, potenziare la rete internet e offrire agevolazioni fiscali alle imprese. Il ddl, che ora dovrà passare al vaglio della Camera dei deputati, è stato accolto come un segnale positivo per l’attenzione riservata alle Terre alte, ma le risorse stanziate non sono state giudicate sufficienti per venire incontro alle esigenze dei vari territori.
Lupi e orsi
A far discutere, però, sono soprattutto due emendamenti. Il primo, presentato da Meinhard Durnwalder (Svp) e sottoscritto anche dal senatore trentino Pietro Patton (centrosinistra), autorizza Regioni e Province autonome a prelevare un certo numero di lupi, purché non si metta in pericolo la specie. Ovviamente, questa proposta ha scatenato la rabbia delle associazioni ambientaliste, che si sono schierate compatte contro il provvedimento. Il secondo emendamento, invece, sta facendo discutere per il motivo opposto, ovvero la sua mancata approvazione. Patton aveva infatti sottoscritto un emendamento (cofirmato da Durnwalder) per consentire l’utilizzo dello spray anti-orso alle guardie venatorie e ai soggetti in possesso di un porto d’armi valido. In altre parole, la modifica che interessava all’altoatesina Svp è stata approvata, mentre il provvedimento chiesto a gran voce dalle comunità trentine (in provincia di Bolzano gli orsi si contano sulle dita di una mano) è stato bocciato. Per Patton resta il rammarico per «l’occasione persa», considerando che nel ddl approvato dal Senato sul tema della gestione degli orsi «non c’è nulla che vada incontro alle attese dei cittadini».
Una valutazione condivisa pure dalla consigliera provinciale di Casa Autonomia, Paola Demagri: «Di fronte a queste cose, mi torna in mente uno dei primi discorsi da presidente del consiglio di Giorgia Meloni che parlando di autonomia differenziata citò solo Bolzano, dimenticandosi completamente di Trento. L’impressione della consigliera di opposizione è che a livello nazionale ci sia più attenzione verso l’Alto Adige, mentre il governo trentino non riesca a salvaguardare i propri interessi: «Da Piazza Dante non c’è stata la stessa abilità di accompagnare i propri provvedimenti e nemmeno la stessa capacità di incidere. A questo punto è inutile continuare a sbandierare il fatto che a Roma ci sia un governo amico se poi non si portano a casa i risultati». A rincarare la dose, ci pensa il consigliere del Partito Democratico, Alessio Manica: «Bene il passo avanti che è stato fatto sul lupo, ma per lo spray è un peccato. Il fatto che passino le iniziative di Bolzano e non quelle che riguardano di più Trento conferma il fatto che il peso altoatesino è maggiore». In sostanza, per il consigliere dem, l’Svp vanterebbe una migliore capacità di dialogo con il governo nazionale rispetto alla Lega trentina. Questo nonostante dalle parti di Piazza Dante possano contare su diversi ministri dello stesso partito, incluso Roberto Calderoli, il ministro per gli affari regionali che ha seguito l’iter della legge sulla montagna. «Confido che la bocciatura dell’emendamento non sia legata al fatto che Patton sia stato eletto con il centrosinistra, altrimenti sarebbe un clamoroso autogol. D’altra parte, il presidente Fugatti è sempre un passo indietro rispetto al suo omologo Arno Kompatscher: la partita sulla riforma degli statuti delle regioni speciali è guidata da Bolzano e Trento si muove solo a rimorchio. Lo stesso discorso — conclude Manica — si può applicare alle questioni che riguardano l’Autostrada del Brennero e la gestione dei lupi».
Failoni: «Siamo sulla strada giusta»
Polemiche che vengono respinte al mittente da Roberto Failoni, assessore provinciale al turismo competente anche in materia di grandi carnivori: «Se le opposizioni ci criticano significa che siamo sulla strada giusta. Per lo spray anti-orso la Provincia sta lavorando di concerto con il governo, questo al netto degli obiettivi che sono già stati raggiunti». Grazie a un’apposita norma, dallo scorso anno, i forestali trentini hanno ricevuto in dotazione anche questo strumento, che comunque rimane classificato come un’arma. «I nostri parlamentari — precisa l’assessore — avevano già presentato un emendamento più strutturato rispetto a quello di Patton, il provvedimento era poi stato stralciato nell’ambito di una discussione più ampia relativa al ddl a cui era legato». L’intenzione è comunque quella di ripresentare l’emendamento al più presto: «L’obiettivo principale è quello di concedere questo strumento anche a custodi forestali, forze di polizia, operatori della protezione civile e lavoratori dell’ambito boschivo. In prospettiva — sottolinea Failoni — la diffusione dello spray dovrà essere resa completamente libera per garantire la sicurezza di tutti i frequentatori delle nostre foreste».
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