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Dopo 68 anni chiude Giancar, storico negozio di dischi in piazza Garibaldi. Al suo posto un McDonald’s – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


aggiornamento



27 Ottobre 2024

Gestione Bed & Breakfasts

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9:14

Chiude per sempre Giancar, storico negozio di elettronica, musica e souvenir di piazza Garibaldi, alla Stazione Centrale. Era aperto dal 1956.

Giancar con la vecchia insegna (2017) / foto Google Earth

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Un altro esercizio commerciale storico di Napoli ha purtroppo chiuso definitivamente i battenti: si tratta di Giancar, storico negozio di dischi, cd e musicassette, elettronica, souvenir e biglietti di concerti e teatro, da oltre mezzo secolo in piazza Garibaldi, alla Stazione Centrale, nel cuore pulsante della città. A quanto si appende, al posto dello store musicale sorgerà un McDonald’s. Ma non è chiaro se si tratterà di un trasferimento o di una nuova apertura, dal momento che un fast food della catena statunitense è già presente a pochi metri dall’ormai ex store di dischi e un altro ancora, piuttosto grande, insiste dell’area food della Stazione Centrale di Napoli.

La notizia della chiusura dell’attività partenopea ha generato tante interazioni sui social network e ha fatto affiorare numerosi ricordi. Laconico il post ufficiale sulla pagina Facebook di Giancar. La titolare annuncia così la notizia: «Cari amici, il nostro meraviglioso viaggio si conclude qui. Vi ringraziamo per il grande affetto e per le emozioni che ci avete regalato in tutti questi anni. Vi porteremo sempre nel nostro cuore». Tanti i commenti, dal malinconico all’amarcord, al dispiacere per una città che cambia e – sostiene qualcuno – non necessariamente in meglio.

La storia del negozio Giancar alla Ferrovia dal 1956 a oggi

Giancar, acronimo di Gianni Caruso, il fondatore, scomparso qualche anno fa, aveva aperto i battenti nel 1956, 68 anni fa ed era stato uno dei siti più popolari per la vendita di dischi e cassette, soprattutto dei cantanti napoletani, collocato a due passi da un altro esercizio storico della piazza, Attanasio, il re delle sfogliatelle frolle e ricce.

Quelli in cui Giancar era nato erano anni floridi ma del tutto diversi per la musica: le persone andavano ad acquistare supporti fisici per poter ascoltare i loro beniamini, non esisteva internet e soprattutto apprezzavano il negozio perché oltre a trovare musicassette e dischi potevano anche acquistare gli stereo portatili, quelli da cameretta adolescenziale, quelli per le automobili o impianti più complessi, le classiche “torrette” da mettere in soggiorno con vari elementi hi-fi (lettore cassette, lettore cd, equalizzatore, giradischi e casse). Ora questi supporti fisici sono considerati materiale di modernariato dalla generazione Z che fruisce della musica in tutto un altro modo.

Durante il difficile periodo della pandemia, Giancar aveva chiuso visti i divieti i lockdown e la contrazione delle vendite. Poi, nel luglio 2020, il rilancio e la riapertura con un nuovo look, sotto la gestione della figlia di Gianni Caruso e con un ingresso più “sobrio”, senza cioè la gigante e caratteristica insegna rossa e bianca, fatta demolire dal Comune. Negli ultimi anni, pur conservando le sue specificità, Giancar si era specializzato nella vendita di elettronica continuando anche quella di biglietti per concerti e delle produzioni di cantanti napoletani.

Negli ultimi decenni la città è cambiata irrimediabilmente, rendendo difficile l’esistenza di un negozio simile, al pari di altri esercizi di vendita di dischi  in difficoltà. Un esempio su tutti: “Tattoo” ai Decumani, che ha chiuso poche settimane fa. Per questo, evidentemente, la decisione di terminare il lungo viaggio iniziato durante il boom economico del dopoguerra. Al posto di Giancar, dunque, un altro esercizio di cibo take away.

Giancar negli ultimi anni prima della chiusura / foto Google Earth

Giancar negli ultimi anni prima della chiusura / foto Google Earth

Malinconico e dettagliato il post di Armando Simeone, consigliere della IV Municipalità di Napoli, che si abbandona ai ricordi e scrive:

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Dal 1956, fino ad ieri, è stato un punto di riferimento, della cultura musicale. Gianni Caruso, il fondatore, deceduto pochi anni fa, ebbi l’onore di conoscerlo, subito, alla mia prima elezione nel 2001, con Rifondazione Comunista. Lui amico di Raffaele Tecce, denunciava già allora, i problemi di oggi. Sicurezza, legalità, decoro.

Subito iniziò un’intesa. Si lottava insieme, partecipava ai consigli circoscrizionali. La figlia ha portato avanti fino ad oggi l’azienda con grande orgoglio. Ho fatto spesso visita al negozio, anche in campagna elettorale con Antonio Bassolino.

Chiude una storia. Resta una amicizia. Faccio i migliori auguri.
Mancherete a Napoli, ai Napoletani ai tanti turisti che passavano da Piazza Garibaldi. Un abbraccio!





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