Come va con i mutui? Dopo la decisione della Banca centrale europea che per la terza volta quest’anno ha tagliato i tassi d’interesse di 25 punti base, i prestiti cominciano ad essere più leggeri. Gli effetti sono più evidenti per le rate variabili che hanno già imboccato la via della discesa, anche se resta la distanza con i mutui a tasso fisso. Dopo gli aumenti record degli ultimi due anni, si riduce la forbice tra le due tipologie di prestito, anche se il fisso rimane comunque più appetibile. In vista del taglio operato dall’istituto di Francoforte nella riunione del 17 ottobre scorso, l’indice di riferimento per i mutui con una rata variabile (Euribor) è sceso di 25 centesimi, attestandosi al 3,40%. Come sottolinea un’analisi della Federazione autonoma bancari Italia (Fabi), dopo le ultime mosse della Bce il risparmio sui vecchi mutui a rata variabile sarà di circa 20 euro al mese ed è destinato ad aumentare in caso di ulteriori tagli.
Mutui: rate variabili in calo dopo il taglio dei tassi (ma il fisso conviene ancora)
Una recente analisi del portale mutuionline.it evidenzia come la rata variabile resti meno appetibile rispetto alla quota a tasso fisso. Ipotizzando la richiesta di un prestito a vent’anni da 140mila euro per l’acquisto di un immobile che ne vale 200mila, la rata variabile costa in media 853 euro, 80 in più della soluzione fissa (772 euro). La situazione è analoga anche per i finanziamenti trentennali. A parità di condizioni, il tasso medio fisso intorno al 3% si traduce in una rata che si attesta sui 578 euro. Mentre con un tasso poco sopra il 4%, la rata variabile raggiunge i 676 euro, 98 in più rispetto alla soluzione fissa.
Secondo mutuionline.it, il fisso “batte” il variabile anche per quanto riguarda i mutui green, finanziamenti concessi con uno sconto tra i 20 e i 30 centesimi per l’acquisto di abitazioni con un’elevata classificazione energetica. Sul punto, una spinta alla domanda di nuovi mutui potrebbe arrivare dalla direttiva europea “case green” che spinge alla riqualificazione del patrimonio edilizio europeo. La Centrale rischi della banca d’Italia (Crif) stima che entro il 2030 i finanziamenti green toccheranno un terzo del totale, mentre nel 2050 sarà verde un mutuo su due.
I tassi ancora troppo elevati, ma la domanda è in ripresa
Anche per chi intende richiedere un finanziamento a titolo di investimento, il tasso fisso rimane ancora elevato e quindi rischioso. Secondo una ricerca di Changes Unipol-Ipsos, sei potenziali acquirenti su dieci giudicano i tassi troppo alti, con difficoltà a far quadrare i conti per onorare la rata mensile. Malgrado ciò, gli ultimi dati della Centrale rischi Crif evidenziano una ripresa della domanda di mutui. Nei primi nove mesi di quest’anno, le richieste di finanziamenti sono cresciute del 7,2% con un’accelerata a settembre (+19%) sull’onda del secondo taglio dei tassi. Secondo una ricerca di Changes Unipol elaborata da Ipsos, circa un terzo delle persone in cerca di casa considera la sforbiciata al costo del denaro un incentivo alla sottoscrizione di un mutuo, soprattutto per la prima casa, mentre la spinta è minore sulle seconde case e sulle ristrutturazioni.
A trainare la domanda è in particolare l’interesse per la surroga, la possibilità di trasferire a costo zero il mutuo esistente verso un’altra banca che propone condizioni economiche più favorevoli (+17,6% nel primo semestre). Secondo le rilevazioni del Crif sono in aumento sia gli importi medi delle richieste sia le durate, dal momento che il tasso a trent’anni equivale al ventennale.
E le prospettive future? Ipotizzando una discesa del tasso Euribor da qui ai prossimi cinque anni, il fisso continua a risultare più vantaggioso del variabile. Su quest’ultimo vanno considerati fattori inattesi che potrebbero far schizzare l’indice Euribor come avvenuto negli ultimi cinque anni tra pandemia e inflazione elevata. Per rendere più appetibile la rata variabile fino al 2029, servirebbe un calo dell’indice di almeno mezzo punto in più rispetto al livello attuale.
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