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Il Consiglio direttivo della Bce è riunito a Lubiana, Slovenia, in attesa di sapere quali saranno le decisioni sulla politica monetaria dell’Unione. Con il calo dell’inflazione e l’indebolimento dell’economia, le previsoni parlano di un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse. Si tratterebbe del terzo calo consecutivo da quando la Banca Centrale europea, lo scorso giugno, ha iniziato a ridurre la restrizione monetaria. A dirlo è una nota di Askanews
I banchieri centrali riuniti sono riuniti a Lubiana, secondo la prassi di celebrare il Consiglio ogni volta in un Paese diverso dell’Eurozona. Tra le 14 e le 15 di giovedì 17 ottobre sono attese le notizie sulla politica monetaria. Circa mezz’ora dopo, sarà il presidente della BCE, Lagarde a tenere la consueta conferenza stampa in cui spiega le decisioni prese dal Consiglio Direttivo.
Perché si attende un nuovo taglio dei tassi?
Il rapido calo dell’inflazione, che a settembre nell’eurozona è scesa all’1,8%, contestualmente all’indebolimento dell’attività delle imprese sembra spingere la Bce ad accelerare il passo nella sua manovra di riduzione del freno monetario. L’obiettivo di “stabilità dei prezzi” perseguito da Francoforte viene quantificato in una inflazione media per la zona euro al 2%, riferito però a un periodo ragionevolmente lungo, anche in prospettiva futura, e non a un singolo mese.
Alcuni osservatori si sono spinti a ipotizzare che la Bce possa ritrovarsi spiazzata a fronteggiare nuovamente inflazione troppo bassa.
Le impennate dei prezzi del petrolio della scorsa settimana avevano creato però un elemento di ulteriore incertezza in questi scenari. Ma questa settimana il barile di oro nero ha subito drastici cali. Le rassicurazioni giunte da Israele sul fatto che la rappresaglia per l’attacco missilistico dell’Iran non colpirà impianti petroliferi si è combinata agli sviluppi sul versante economico, che non fanno presagire livelli di domanda vigorosi.
Del resto l’Opec, il cartello degli esportatori di greggio, ha appena ritoccato al ribasso le sue previsioni sui consumi globali. Il probabile nuovo taglio dei tassi dovrebbe accentuare l’inversione di tendenza appena registrata dalla stessa Bce sulla dinamica del credito: nel terzo trimestre, dopo oltre due anni in cui proseguiva ininterrotta, si è arrestata la fase di inasprimento complessiva sui criteri di concessione di prestiti da parte delle banche per l’insieme dell’area euro.
L’allentamento riguarda i mutui alle famiglie per l’acquisto di casa, non il credito al consumo in cui la stretta prosegue. E anche sui prestiti alle imprese la dinamica è ancora restrittiva, ma più lieve rispetto ai mesi scorsi. Andamenti analoghi si sono registrati anche in Italia, mentre i tagli dei tassi già operati e quelli attesi in prospettiva hanno rianimato la domanda di mutui.
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