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Nel 2023 oltre 590mila denunce di infortunio, in calo del 16,1% rispetto alle circa 704mila del 2022 (113mila casi in meno) e dell`8,4% rispetto alle quasi 645mila del 2019. Gli infortuni con esito mortale denunciati sono 1.147, 121 in meno (-9,5%) rispetto ai 1.268 del 2022 e 95 in meno (-7,6%) rispetto ai 1.242 di cinque anni prima. È la fotografia scattata al 30 aprile 2024 dall’Inail, nella sua Relazione annuale relativa al 2023.
Secondo l’istituto a influenzare il calo degli infortuni in complesso nel 2023 è stata la pandemia, ancora molto presente nel 2022 in termini di contagi professionali denunciati. La riduzione reale, al netto dell`effetto Covid, si attesta infatti al -0,6%. Rispetto al 2019, anno che ha preceduto la pandemia, la riduzione, sempre al netto dei contagi, è di circa il 9%. Per i casi mortali, a differenza del biennio 2020-2021, l`emergenza sanitaria non ha avuto invece l`impatto rilevante osservato per le denunce in complesso.
L`analisi per modalità di accadimento degli infortuni in complesso indica un aumento, rispetto al 2022, solo dei casi in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, che sono passati da 95.078 a 98.716 (+3,8%). Sostenuta invece, a causa della pandemia, la riduzione degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 608.505 a 491.499 (-19,2%). Il 19,5% degli infortuni denunciati nel 2023 si sono verificati “fuori dall`azienda” (cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”), percentuale in linea col 2019 e superiore al valore medio del biennio 2020-2021 (circa il 16%) quando, nelle fasi più critiche dell`emergenza, i blocchi alla circolazione stradale e il massiccio ricorso al lavoro agile li hanno fatti contrarre sensibilmente.
Per i casi mortali si registra, rispetto al 2022, un calo sia delle denunce in itinere, passate da 341 a 265 (-76 casi), sia di quelle in occasione di lavoro, da 927 a 882 casi (-45). Il 40,5% dei decessi denunciati nel 2023 si sono verificati “fuori dall`azienda”.
L’Inail poi riporta come il 79,2% degli infortuni in complesso del 2023 si concentra nella gestione assicurativa Industria e servizi, il 4,5% in Agricoltura e il 16,3% nel conto Stato (per quest`ultima circa sette infortuni su 10 riguardano gli studenti delle scuole pubbliche statali). Mentre nell`Industria e servizi si assiste, tra il 2022 e il 2023, a una riduzione degli infortuni (-19,8%), si osservano lievi aumenti in Agricoltura (+0,1%) e nel conto Stato (+1,8%, sintesi di una diminuzione per i dipendenti statali e di un aumento per gli studenti delle scuole/università statali, anche a causa dell`effetto dell`estensione assicurativa Inail disposta dall`art. 18 del decreto legge n. 48/2023). Anche per i casi mortali il maggior numero di denunce si concentra nell`Industria e servizi (85,3%), seguita dall`Agricoltura (11,6%) e dal conto Stato (3,1%).
L`analisi per settore di attività economica della gestione Industria e servizi evidenzia, al netto dei casi non codificati, che un quarto degli infortuni in occasione di lavoro del 2023 è concentrato nel comparto manifatturiero, seguito da Sanità e assistenza sociale (14%), Costruzioni (13%), Trasporto e magazzinaggio (12%) e Commercio (11%). Quasi tutti i settori sono in calo rispetto al 2022, in particolare la Sanità e assistenza sociale, che scende dai circa 135mila casi del 2022 ai quasi 44mila del 2023 (-67,5%), dopo aver registrato il picco di 157mila infortuni nel 2020 a causa degli infortuni sul lavoro da Covid-19. Il più elevato numero di decessi in occasione di lavoro si registra nelle Costruzioni (176 casi, in linea con i 175 del 2022), nel Trasporto e magazzinaggio (125, -17 decessi) e nel comparto Manifatturiero (111, -11). La Sanità e assistenza sociale, con 14 decessi, è in calo rispetto ai 29 del 2022 e, soprattutto, rispetto ai 200 denunciati nel 2020, nella fase più acuta della pandemia.
In ottica di genere, per l`insieme delle gestioni assicurative e inclusi gli infortuni in itinere la maggioranza degli infortuni e la schiacciante maggioranza di decessi riguarda uomini, con l’Inail che riporta che oltre un terzo degli infortuni in complesso e un decesso su 12 riguardano le donne. Si osserva, in particolare, un significativo decremento delle denunce di infortunio delle lavoratrici (-27,6%, pari a 80mila casi in meno) rispetto ai lavoratori (-8,1%, circa 34 mila casi in meno) e anche per i casi mortali il calo rispetto al 2022 è più marcato per la componente femminile (-31,9%, da 135 a 92 casi) rispetto a quella maschile (-6,9%, da 1.133 a 1.055).
Quasi tutte le fasce di età presentano riduzioni tra il 2022 e il 2023 con l`unica eccezione, per le denunce in complesso, di quella degli under 20, soprattutto studenti (+11,6%), e per i casi mortali della classe 20-24 anni (+12 decessi) e degli over 65enni (+15). Metà delle denunce di infortunio si concentra nella fascia 40-64 anni, mentre per i decessi la fascia più colpita è quella tra i 50 e i 64 anni. Quasi otto infortuni su 10 riguardano i lavoratori italiani (in calo del 18,9% sull`anno precedente), il 17% gli extracomunitari (-0,2%) e il 4% i comunitari (-13,7%). Sempre circa otto su 10 sono i decessi denunciati per lavoratori italiani (-9,1% sul 2022), il 15% per quelli extracomunitari (-8,2%) e il 4% per i comunitari (-20,3%).
Dal punto di vista della distribuzione territoriale, dice l’istituto, il 61% degli infortuni si concentra al Nord, il 20% al Centro e il 19% nel Meridione. Il calo registrato rispetto al 2022 ha interessato tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (-20,5%), seguito da Nord-Ovest (-19,6%), Isole (-18,7%), Centro (-15,9%) e Nord-Est (-9,9%). Tutte le Regioni hanno visto contrarsi il fenomeno infortunistico, con i decrementi più significativi in Campania (-35,3%), Liguria (-31,4%) e Molise (-26,5%). Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana raccolgono oltre la metà delle denunce. Nei casi mortali, l`incidenza del Nord scende al 48%, mentre aumenta, rispetto ai casi in complesso, il peso del Mezzogiorno (33%), con il Centro che conferma la stessa quota (un caso su cinque) sia per il totale degli infortuni che per quelli mortali. La diminuzione del 9,5% delle morti sul lavoro rispetto al 2022 è la sintesi dei cali registrati al Centro (-18,7%), Nord-Ovest (-13,6%), Nord-Est (-11,3%) e Isole (-9,3%) e dell`aumento rilevato al Sud (+6,3%).
Gli infortuni accertati sul lavoro.
Gli infortuni riconosciuti sul lavoro nel 2023 sono provvisoriamente 375.578, pari al 64% delle denunce, di cui il 18,1% avvenuti “fuori dall`azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”. Restano da definire ancora 29mila casi in istruttoria. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) “fuori dall`azienda”. I casi in istruttoria sono 51.
A fronte di questi risultati, l’Inail ribadisce la “totale disponibilità” a mettere a disposizione le proprie competenze e a svolgere un “ruolo attivo” nell’elaborazione di una strategia nazionale per il contrasto agli incidenti sul lavoro. Così il presidente Fabrizio D’Ascenzo illustrando la relazione annuale .
“La sicurezza sul lavoro non è un costo – ha detto – ma costituisce un investimento per il futuro e un fattore di successo per le imprese in termini di competitività e produttività e si traduce in tutela della salute dei lavoratori e in benessere organizzativo. La sicurezza sul lavoro dipende davvero da tutti noi, nessuno escluso”.
D’Ascenzo ha sottolineato che “dobbiamo puntare verso un progresso sociale che, per essere degno di un Paese avanzato come il nostro, non può essere attraversato quotidianamente da tragedie legate alla mancanza di sicurezza sui posti di lavoro. La prevenzione, che dovrebbe essere una componente essenziale del mondo del lavoro, è ancora insufficiente e, dunque, è necessario agire sinergicamente affinché questa diventi valore fondante di una reale cultura della sicurezza”.
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