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Aiuti sull’affitto e sostegni per gli alloggi. Gasparri sul catasto: no a nuove tasse. Schlein: tassare i super ricchi, non il ceto medio
Nella manovra di bilancio entrerà il «Piano casa» per favorire l’assunzione di lavoratori che devono cambiare residenza, come chiesto dalla Confindustria. Mentre, sempre in materia edilizia, non si placa, dopo le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la polemica sul possibile aumento delle rendite catastali per chi ha usato il Superbonus.
Piano casa
Il presidente della Confindustria, Emanuele Orsini, ha chiesto al governo il Piano casa perché molte aziende, vista la scarsità di manodopera in loco, lamentano la difficoltà di trovare lavoratori in altre zone, proprio perché questi non possono affrontare la spesa per l’affitto della casa. Orsini, che aveva già ottenuto un tavolo interministeriale sul tema, l’altro ieri ha incontrato Giorgetti e ora il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, spiega al Corriere
: «Stiamo lavorando su questa misura perché la volontà è di farla entrare in manovra, insieme col rifinanziamento della legge Sabatini e dei contratti di Sviluppo».
Intervento in due fasi
Piano in due fasi
L’intervento per dar corso al Piano casa, spiega Urso, avverrà in due fasi: la prima, «transitoria», per supportare fiscalmente le assunzioni di chi deve spostarsi e prendere una casa in affitto; la seconda, di carattere «strutturale» per favorire la costruzione di alloggi per i lavoratori da parte delle aziende, mettendo a disposizione aree del demanio e semplificando le procedure.
Tra le ipotesi c’è quella di prevedere un fringe benefit per l’affitto sostenuto dai lavoratori. Già con la legge di Bilancio 2024, che ha aumentato a 2mila euro il tetto dei fringe benefit esentasse (mille euro per i dipendenti senza figli), tra le voci di spesa che le aziende possono rimborsare ai lavoratori sono state incluse anche quelle per l’affitto. Ma è chiaro che 2mila euro non sono sufficienti. Si tratta quindi di intervenire su questa voce oppure di introdurre uno sgravio ad hoc per le imprese che forniscano alloggi ai lavoratori che devono cambiare residenza. Quanto ai contratti di Sviluppo, il rifinanziamento dovrebbe privilegiare gli investimenti a più alto contenuto tecnologico.
Lunedì il Dpb
Lunedì il Documento programmatico di bilancio
Le tappe di avvicinamento al disegno di legge di Bilancio, che il governo dovrà mandare in Parlamento entro il 20 ottobre, prevedono un primo consiglio dei ministri, probabilmente lunedì 14, per il varo del Documento programmatico di bilancio, che deve essere inviato alla commissione europea entro il 15. Il Dpb conterrà la cornice per la manovra di bilancio 2025, che dovrebbe valere intorno ai 25 miliardi, di cui circa 9 finanziati in deficit e il resto con più entrate e meno spese. Sul fronte fiscale il governo potrà contare, oltre che sull’aumento strutturale del gettito (grazie anche all’aumento degli occupati) che servirà per coprire il taglio del cuneo, sulle entrate attese dal concordato preventivo biennale per le partite Iva e sul taglio delle tax expenditure (detrazioni e deduzioni). Sul fronte della spesa, su un aumento della spending review (tagli ai ministeri e agli enti locali). Oltre alla conferma del taglio del cuneo, dell’Irpef e degli altri sgravi previsti per il solo 2024, che da soli richiedono circa 18 miliardi, il governo dovrebbe stanziare nuove risorse per i contratti dei dipendenti pubblici. Ci saranno anche «più soldi per la sanità», assicura il ministro Orazio Schillaci, ma «dovranno essere spesi bene». E in manovra dovrebbe esserci anche un piccolo aumento delle pensioni minime.
Rendite e Superbonus
Prosegue intanto la polemica su rendite catastali e Superbonus. «Nessuna tassa all’orizzonte e nessuna revisione del catasto», dice il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «Bisogna tassare i super ricchi e non il ceto medio», ribatte la segretaria del Pd, Elly Schlein mentre per Francesco Tagadà, capogruppo 5 Stelle alla Camera: «Il governo aumenterà le accise per non tassare le banche».
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