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Il sistema moda italiano è un settore fondamentale per l’economia del Paese, contribuendo a definire l’eccellenza del made in Italy nel mondo. Con un giro d’affari di circa 100 miliardi di euro e oltre 53.000 aziende, rappresenta una delle colonne portanti del tessuto industriale nazionale. Quasi il 20% di queste imprese sono piccole e medie imprese (PMI), che generano metà del fatturato complessivo e danno lavoro a 244mila persone, coprendo il 55% dell’occupazione del settore.
Un settore trainato dall’alta e media gamma
Tradizionalmente, il sistema moda si distingue per due segmenti principali: alta gamma e media-bassa gamma, che rappresentano il cuore dell’export e del successo del settore a livello globale. Tuttavia, questi comparti hanno risentito delle recenti difficoltà legate alla congiuntura economica internazionale e alla ridotta domanda di mercati chiave, come la Russia.
Sostenibilità e digitalizzazione: le nuove sfide del sistema moda
In un contesto globale sempre più competitivo, il settore moda italiano deve puntare su sostenibilità e digitalizzazione per mantenere la sua leadership. Attualmente, solo il 60% delle imprese ha iniziato a investire in sostenibilità, un dato inferiore rispetto ad altri comparti manifatturieri. Tuttavia, la crescente sensibilità dei consumatori verso le tematiche ambientali, unitamente alle nuove normative europee, sta spingendo il settore a un’accelerazione verso la sostenibilità.
Le aziende devono affrontare una serie di sfide critiche, come l’adozione di energie rinnovabili, la riduzione delle emissioni di CO2 e l’implementazione di modelli di economia circolare, che favoriscono il riutilizzo e il riciclo dei materiali lungo l’intera filiera. La Commissione Europea, con la Strategia per prodotti tessili sostenibili e circolari, ha introdotto requisiti per allungare il ciclo di vita dei prodotti e promuovere il riutilizzo e la riparazione degli stessi. Un esempio concreto di questo impegno è l’iniziativa di Pattern Group, che costruirà una nuova sede ecosostenibile a Torino entro il 2025, con il supporto della garanzia Green di SACE.
Parallelamente, la digitalizzazione è un’altra leva cruciale per il futuro del sistema moda. L’adozione di tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI), la robotica e l’Internet of Things (IoT) può rendere le imprese italiane più efficienti e competitive. Oggi, solo il 37% delle PMI del settore investe in innovazione 4.0 e formazione, una percentuale che sale al 70% tra le aziende di maggiori dimensioni. L’innovazione digitale non solo ottimizza i processi produttivi, ma migliora anche l’esperienza di acquisto, grazie a strumenti come il Virtual Try-On e la blockchain per la tracciabilità dei prodotti.
Moda e congiuntura economica: un 2024 difficile, ma con prospettive di ripresa
Il 2023 ha segnato una leggera crescita del fatturato del sistema moda (+1,6%), guidata principalmente dal settore dell’abbigliamento. Tuttavia, nei primi sei mesi del 2024, si è registrato un netto calo (-8,7%), influenzato dalla debolezza della domanda interna e dall’erosione del potere d’acquisto delle famiglie. Le previsioni per il 2024 indicano una stabilizzazione del fatturato, mentre il ritorno a una crescita sostenuta è atteso per il 2025, favorito dalla ripresa del commercio internazionale e da una riduzione dell’inflazione.
Il ruolo dell’export nel successo del sistema moda
Il made in Italy è sinonimo di qualità, eleganza e innovazione, caratteristiche che hanno reso la moda italiana un settore di punta per l’export, rappresentando oltre il 10% delle vendite all’estero. Tra il 2023 e il 2024, le esportazioni hanno mostrato segni di rallentamento, specialmente per comparti come la pelletteria e le calzature, a causa delle difficoltà operative internazionali e dei cambiamenti nelle catene di approvvigionamento.
Nonostante la fase di rallentamento, mercati emergenti come gli Emirati Arabi Uniti, il Vietnam e la Cina stanno mostrando una crescente domanda di prodotti di lusso italiani, garantendo nuove opportunità per le imprese del sistema moda. Inoltre, regioni italiane come la Lombardia, la Toscana e il Veneto si confermano poli strategici per l’export, grazie alla loro specializzazione in settori come il tessile, la pelletteria e la calzatura.
Verso un futuro sostenibile e digitalizzato
L’industria della moda italiana, sebbene alle prese con una congiuntura economica complessa, ha la possibilità di emergere più forte investendo in sostenibilità e innovazione digitale. La capacità di adottare nuove tecnologie e rispettare le normative ambientali europee sarà cruciale per garantire il successo futuro del sistema moda e consolidare il suo ruolo di leader globale del made in Italy.
Con il sostegno di strumenti finanziari come il Reverse Factoring e la garanzia Green di SACE, le imprese italiane possono continuare a innovare e competere su scala globale, mantenendo alto il prestigio del made in Italy nel mondo.
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