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Prosegue l’inchiesta della Procura di Sassari per peculato e riciclaggio dei fondi dell’8 per mille destinati alla Diocesi di Ozieri
Di:
Redazione Sardegna Live
Prosegue senza sosta l’inchiesta della Procura di Sassari sul presunto peculato e riciclaggio dei fondi dell’8 per mille destinati alla diocesi di Ozieri e confluiti nelle casse della cooperativa sociale Spes fra gennaio 2013 e febbraio 2023. L’udienza preliminare si è aperta oggi davanti al gup Sergio de Luca.
La Cei e il Vaticano hanno rinunciato a costituirsi parti civili nel procedimento che vede imputate nove persone: Tonino Becciu, fratello del cardinale Angelo e alla guida della Spes, il vescovo di Ozieri Corrado Melis, il direttore della Caritas don Mario Curzu, i parroci di San Francesco, don Roberto Arcadu, e di San Nicola, don Francesco Ledda, anche economo della diocesi (difesi dall’avvocato Ivano Iai), Giovanna Pani, Maria Luisa Zambrano, Franco Demontis e Luca Saba (assistiti dall’avvocato Antonello Patanè).
Il pm Gianni Caria ha chiesto per tutti il rinvio a giudizio contestando i reati di peculato e riciclaggio. Secondo l’ipotesi della Procura sassarese, gli imputati avrebbero agito, in concorso, per far confluire nei conti correnti della Spes, poco più di 2 milioni di euro dei fondi destinati alla Diocesi di Ozieri. Denaro che secondo l’accusa sarebbe stato utilizzato per scopi privati.
Nel corso della prima udienza gli avvocati difensori hanno sollevato delle eccezioni, cui il giudice darà risposta il 20 novembre, che riguardano i capi di imputazione, il contrasto con l’articolo 7 del concordato con lo Stato Vaticano e con l’articolo 7 della Costituzione, nonché la riconoscibilità della sentenza di condanna emessa dal tribunale vaticano un anno fa nei confronti del cardinale Angelo Becciu.
“Il fatto che né la Santa Sede, né la Cei si siano costituite parti civili in questo procedimento, significa evidentemente che ritengono di non essere state danneggiate dalle azioni contestate agli imputati”, ha sottolineato l’avvocato Iai al termine dell’udienza. “Il vescovo e i sacerdoti – ha poi spiegato – vivono questa esperienza come una prova, cristianamente, ma anche come un’ingiustizia. Però, confidando nell’aiuto del Signore vanno avanti e sperano che prima o poi la vicenda si risolva con il loro completo proscioglimento dalle accuse”.
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