Il sottosegretario al Lavoro: «Nel 2022, quando è arrivato questo governo, le pensioni minime stavano a 524 euro. In due anni le abbiamo aumentate di quasi 100 euro»
Cominciamo dalle pensioni. Solo 3 euro di più sulle minime: da 615 a 618. Non si poteva fare di più?
«Guardiamo nel complesso — risponde il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega) —. Nel 2022, quando è arrivato questo governo, le pensioni minime stavano a 524 euro. In due anni le abbiamo aumentate di quasi 100 euro. Questa era una finanziaria con margini molto stretti. Poi in Parlamento si vedrà, se si potrà ancora intervenire su questo o su altro, ma sempre tenendo conto del vincolo della sostenibilità».
Se bisognerà scegliere tra più soldi sulle minime ed estensione della flat tax, la Lega cosa farà?
«Le due cose non sono paragonabili. Mentre l’aumento delle pensioni costa molto, l’estensione della flat tax non richiede le stesse coperture. Certamente la Lega sosterrà anche il potenziamento della flat tax. Sulle pensioni il partito tornerà a proporre misure per collegare la previdenza integrativa con la previdenza pubblica obbligatoria. In manovra siamo riusciti a stabilire che la posizione maturata nei fondi potrà essere computata ai fini del raggiungimento dell’importo minimo per andare in pensione a 67 anni nel sistema contributivo. Vogliamo estendere questa possibilità anche al raggiungimento della soglia per accedere alla pensione anticipata a 64 anni: una misura anche per i giovani».
Non è passata la linea di un semestre di silenzio-assenso per far affluire il Tfr nei fondi pensione.
«Purtroppo il silenzio-assenso richiede una copertura perché oggi nelle aziende sopra i 50 dipendenti viene depositato presso un fondo ad hoc dell’Inps. Vedremo in una prossima manovra. Intanto, la Lega riproporrà di destinare il 25% del Tfr obbligatoriamente ai fondi quando un giovane viene assunto per la prima volta. Anche questa una misura che guarda al futuro. Nel frattempo siamo soddisfatti di aver rafforzato il bonus Maroni per chi, raggiunti i requisiti per il pensionamento, decide di restare al lavoro».
La Lega è per una riapertura dei termini del concordato?
«Eravamo già favorevoli a una proroga del termine del 31 ottobre. Ora vediamo quanti hanno aderito e poi valuteremo nel governo il da farsi. Così come pensiamo che ci voglia una nuova rottamazione delle cartelle».
Nuovo regalo agli evasori?
«No, non vogliamo aiutare gli evasori ma le imprese e i lavoratori in difficoltà col pagamento delle tasse, concedendo una rateizzazione. Aiutare per ripartire».
Passiamo al lavoro: tagliare 4,6 miliardi di sostegni all’automotive, che senso ha?
«Non è in un solo anno. In ogni caso c’è bisogno di queste risorse, non solo per l’automotive, ma anche per la moda, settori dove la crisi accelera e servono sostegni».
A settembre un primo calo dell’occupazione, in un contesto di frenata del Pil. Che succede?
«Solo un rallentamento. Numeri che non ci preoccupano. Ora si tratta di investire bene le risorse del Pnrr».
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