TERAMO. Una ricostruzione privata finalmente bene avviata, una ricostruzione pubblica che ancora non si vede sebbene quasi tutti gli interventi siano stati autorizzati e le risorse siano state stanziate. Otto anni dopo la devastante scossa (magnitudo 6.5) che alle 7.40 del 30 ottobre 2016 devastò Norcia e centinaia di borghi del Centro Italia, e produsse danni ingenti anche in Abruzzo, in particolare a Teramo, lo stato delle attività post-sisma è più o meno simile in tutto il cratere, un’area enorme che tocca quattro regioni.
I NUMERI DI CASTELLI
Il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli è stato ieri a Norcia per commemorare l’anniversario della scossa e ha sciorinato alcuni dei dati più aggiornati. «L’evoluzione positiva della ricostruzione nel Centro Italia», ha detto, «si conferma anche nel 2024. A testimoniarlo i dati di Cassa depositi e prestiti, che fornisce alle banche convenzionate la provvista di fondi necessari a pagare le ditte all’opera nei cantieri della ricostruzione. Numeri che parlano chiaro: fino al 25 ottobre 2024 Cdp ha erogato un totale di 5,130 miliardi di euro per la ricostruzione privata, di cui circa 2,7 miliardi di euro a partire dal 1° gennaio 2023, pari al 52% dell’intero importo erogato dal 2017. Il record è stato raggiunto proprio nel mese di ottobre con 168,5 milioni erogati. Oggi», ha sottolineato Castelli, «è un giorno di memoria, ma è anche il giorno della speranza, simboleggiata dalla facciata di San Benedetto di Norcia, che è tornata quest’anno a illuminare la strada della ricostruzione. Proseguiamo in questa direzione, senza rilassarci sui risultati raggiunti, ma proseguendo a testa bassa per quelli ancora da conseguire. Voglio ringraziare i presidenti di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, tutti i tecnici che lavorano negli Uffici speciali e nei Comuni, tutti i cittadini che credono nella ricostruzione e i loro tecnici che stanno lavorando alacremente per presentare i progetti e cogliere l’occasione, che ci è concessa dal Governo Meloni, del Superbonus fino a tutto il 2025».
LO STALLO DELL’ATER
L’ottimismo di Castelli ha un fondamento, ma certamente non sono tutte rose e fiori. A Teramo, ad esempio, non si vede ancora alcun cantiere relativo agli edifici pubblici resi inagibili dalle scosse ed è in stallo da quasi un anno la ricostruzione degli alloggi Ater. L’ente che si occupa di edilizia popolare, nell’orbita della Regione, a otto mesi dalle elezioni attende ancora la nomina del nuovo presidente e del nuovo cda: la lunga “prorogatio” dell’attuale governance Ater, abbinata a una forte carenza di personale, ha rallentato l’attività fin quasi a fermarla.
L’APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI
Una ventina di associazioni della società civile lancia un appello al commissario Castelli per chiedere maggiore trasparenza e accessibilità sui dati relativi alla ricostruzione. Nonostante la pubblicazione semestrale dei report sul sito del commissario i dati disponibili, sostengono, «risultano ancora incompleti e difficili da consultare. Le informazioni sono presentate esclusivamente in formato pdf, con aggregazioni di numeri che non consentono un’analisi dettagliata o un utilizzo pratico da parte dei cittadini». Questo rappresenta una «grave carenza, soprattutto per le comunità colpite dal sisma, che hanno diritto a conoscere in modo preciso e accessibile lo stato della ricostruzione dei propri territori». Le organizzazioni promotrici, che si riconoscono nelle richieste delle campagne Sicuriperdavvero e DatiBeneComune, nella lettera inviata al commissario esprimono «preoccupazione» per l’assenza di dati aperti e in formati riutilizzabili. «Ad esempio», scrivono, «finora è stato possibile estrarre informazioni solo su 500 progetti di ricostruzione privata, a fronte di oltre 19.000 progetti approvati».
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