Il Global Destination Sustainability Index è un sistema di valutazione globale che misura e classifica le performance di sostenibilità delle destinazioni turistiche. Creato per incentivare le pratiche sostenibili nel turismo, l’indice valuta le destinazioni su criteri sociali, economici e ambientali, incoraggiandole a migliorare
Turismo rigenerativo per bilanciare l’overtourism, economia circolare e attenzione alle tematiche ambientali, resilienza e azioni verso il clima. Secondo il Global Destination Sustainability Index (GDS-Index) sono questi alcuni dei fattori chiave che rendono una città migliore di un’altra, trasformandola automaticamente nella prima tra le destinazioni turistiche più sostenibili al mondo.
A sbaragliare la concorrenza è la penisola scandinava, che si è aggiudicata le migliori performance nella capacità di ripensare il ruolo del turismo al fine di migliorare anche l’economia, l’ambiente e la comunità locale stessa.
Le 40 destinazioni turistiche più sostenibili al mondo
Il Global Destination Sustainability Index classifica le città in base a 70 indicatori suddivisi in 4 categorie:
- Performance ambientale: Misura l’impatto ecologico della destinazione, come la gestione delle risorse naturali e delle emissioni di gas serra.
- Performance sociale: Valuta l’inclusività e il coinvolgimento della comunità locale nelle decisioni turistiche.
- Performance economica: Analizza il contributo del turismo alla crescita economica sostenibile.
- Politiche e gestione della sostenibilità: Considera la presenza di politiche e strategie di sostenibilità, come i piani di gestione delle crisi e il coinvolgimento dei fornitori in pratiche sostenibili.
Ad aggiudicarsi la vetta della classifica tra le 40 destinazioni turistiche più sostenibili è Helsinki soprattutto grazie alle sue ottime performance ambientali.
Arrivata prima in 3 su 4 delle categorie di giudizio dell’Index, la capitale finlandese investe nella sostenibilità sociale del turismo, supportando anche le aziende locali nel loro percorso verso la sostenibilità.
“Essere nominati la destinazione turistica più sostenibile al mondo è la prova del lavoro a lungo termine svolto a Helsinki”, ha commentato Juhana Vartiainen, sindaco di Helsinki. “Stiamo sviluppando e facendo crescere il turismo in modo sostenibile insieme agli operatori turistici e ai residenti locali. Il primo posto che abbiamo raggiunto indica che siamo sulla strada giusta”.
Giunto alla sua 9° edizione il Global Destination Sustainability Index ha introdotto proprio quest’anno nuovi criteri di giudizio, che per la prima volta tengono conto anche del turismo rigenerativo, e delle azioni per il clima promosse per proteggere sia le comunità locali che i visitatori.
Completano la top 5 Seguono Helsinki, Goteborg, Copenaghen, Bergen e Aarhus.
New entry tra le 40 città classificate sono Limerick (Irlanda), Victoria (Canada), Quebec City (Canada), Dublino (Irlanda) e Horsens (Danimarca), mentre Reykjavik torna dopo una breve assenza.
Le città più grandi continuano a dominare le posizioni più alte della classifica, sebbene vi sia un equilibrio in termini di dimensioni della popolazione tra le prime 40.
Le nuove tendenze della sostenibilità turistica
Un interessante paragrafo del GDS-Index è dedicato all’evoluzione del concetto di sostenibilità con declinazione turistica alla luce dei 9 anni in cui è stato condotto il report.
Oltre ad essere aumentate a livello percentuale le performance ambientali delle città, è anche migliorato il rapporto tra il turismo e la sua responsabilità sociale nei confronti delle comunità coinvolte.
L’introduzione di ulteriori nuovi criteri di giudizio inoltre, ha fatto “slittare” verso il basso alcune delle città che avevano sempre occupato la top 40, nonostante i continui sforzi verso la sostenibilità.
Un cambiamento notevole sta avvenendo nelle regioni dell’Asia- pacifico, che guadagna molte posizioni all’interno delle classifica complessiva. In particola modo Singapore e Sydney emergono come leader regionali.
Nell’Europa centrale e meridionale, Bordeaux ha conquistato il primo posto, superando Glasgow, mentre Zurigo ha scalato la classifica, dimostrando un forte impegno per la sostenibilità. Parigi fa un ingresso notevole al quinto posto, evidenziando gli approcci innovativi della città verso un turismo più responsabile e reattivo e infrastrutture sostenibili.
I problemi da superare
Il GDS-INdex sottolinea inoltre il netto contrasto emerso tra gli ambiziosi obiettivi climatici stabiliti da ciascuna delle destinazioni turistiche più sostenibili e ciò che in realtà è stato poi attuato, oltre ovviamente al ritmo rapido con cui il cambiamento climatico le sta influenzando. Meno della metà delle principali città dispone di piani di gestione delle crisi per turismo ed eventi, sollevando allarmi in un contesto di emergenze climatiche crescenti nel 2024 e delle minacce sempre più gravi che ci attendono.
Anche le nuove normative europee sulla sostenibilità stanno riscuotendo successo, soprattutto a livello di certificazioni di terze parti per strutture, hotel ed aeroporti, sebbene molte destinazioni debbano ancora affrontare le complessità dell’implementazione completa di standard verificati da terzi.
I diritti dei residenti emergono sull’over tourism, trasformandolo in una questione urgente da risolvere. Nonostante ciò solo il 13% delle 40 destinazioni scelte ha condotto studi essenziali sulla capacità sociale di carico, indicando un bisogno pressante di strategie di gestione dei visitatori per proteggere i siti culturalmente e ambientalmente sensibili.
Cala invece il greenhushing dimostrando che, la comunicazione trasparente, è sempre premiata, anche se c’è ancora notevole margine di manovra. Questo termine, greenhushing, si riferisce alla scelta di molte organizzazioni di nascondere o non comunicare i propri impegni e risultati di sostenibilità per evitare critiche o aspettative troppo alte.
Secondo il report, il greenhushing è sceso al 30%, il che indica che sempre più destinazioni stanno iniziando a condividere apertamente le loro iniziative sostenibili.
Puoi scaricare qui il report completo “Waves of Trasformation”.
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