Da un palazzo del «salotto» di Porta Venezia, a via Clitumno 11, traversa della periferica via Padova a Milano. Raggiunto il «covo», i poliziotti bloccano sette persone. E recuperano refurtiva per quasi 50mila euro
A fregarli è il segnale gps del tablet (rubato). È il dispositivo elettronico a permettere al personale delle Volanti della questura di seguire il tragitto dei ladri. Da un palazzo del «salotto» di Porta Venezia, a via Clitumno 11, traversa della periferica via Padova a Milano. Raggiunto il «covo», i poliziotti bloccano sette cileni. E recuperano refurtiva per quasi 50mila euro, che scopriranno in realtà essere il bottino di (almeno) due diversi colpi.
Il primo, appunto, è quello che permette agli agenti di scovare la banda. Sono le 19.30 di giovedì, è una 29enne siciliano, tornata per le vacanze sull’isola, chiama il 112 dopo aver visto in remoto i ladri in azione dalle immagini del sistema di videosorveglianza della sua casa milanese di via Castaldi. Spariti, abiti griffati e altri oggetti di valore per 18mila euro. Ma è il tablet rubato a indicare la nuova posizione, sua e dei ladri. Seguono l’appostamento degli agenti fuori dal covo, e il loro intervento, che permette di bloccare i sette sudamericani, di età compresa tra 19 e 47 anni. In casa, i poliziotti recuperano la refurtiva di diversi colpi.
In effetti, nel giro di poche ore al 112 arriva una seconda segnalazione, questa volta da una 33enne statunitense residente a Milano che chiede informazioni su un suo pc portatile che le era stato rubato e che d’improvviso ha ripreso a dare segnali di vita (sempre con i sistemi di geolocalizzazione) proprio in via Fatebenefratelli, sede della questura. E’ uno degli oggetti rinvenuti nella casa-covo ed è la prova che la banda aveva collezionato diversi colpi prima di essere pizzicata. I sette vengono quindi fermati per ricettazione, visto anche il pericolo di fuga e le numerose segnalazioni sul loro conto da mezz’Europa.
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