Grazie a uno stanziamento di 187 milioni di euro a favore del quinto bando della legge 338/2000, voluto dal Ministero dell’Università, arriva a EDiSU (Ente per il diritto allo Studio) dell’Università di Pavia un contributo di quasi 5 milioni per interventi di riqualificazione del Collegio Castiglioni Brugnatelli. Si va così ad aggiungere a quello di 11,5 milioni destinato alla creazione di un collegio nell’edificio ex-Mondino di Via Palestro.
Come ricorda la Rettrice Michela Magliacani, il Collegio Castiglioni Brugnatelli è il più antico collegio universitario di Pavia. Fu fondato nel 1429, con bolla di Papa Martino IV e sotto la protezione di Sant’Agostino, dal Cardinale Branda Castiglioni, potente e influente principe della Chiesa. Dava ospitalità a ventiquattro studenti poveri e meritevoli, religiosi o laici, italiani o stranieri che volevano “insistere studere et proficere” in una delle facoltà dello Studium generale pavese.
Dopo secolari e alterne fortune, nell’anno accademico 1954-1955 è il Rettore dell’Università di Pavia Plinio Fraccaro a ridare vita al Collegio: sarà in Italia il primo collegio pubblico destinato alla studentesse.
Oggi il Castiglioni Brugnatelli ospita 153 alunne provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, con particolare attenzione alle alunne di lauree STEM e con l’obiettivo di formarsi professionalmente ma anche umanamente, in sintonia con il motto del Collegio «Ένα, αλλά λεοντα» (= una sola ma leonessa).
Il progetto che sarà realizzato grazie al cofinanziamento appena ottenuto, riguarda un’area complessiva di circa 3.000 mq., con la riqualificazione delle porzioni definite Ala vecchia e Ala nuova del Collegio, con incremento di 18 posti alloggio, e puntando in particolar modo alla riorganizzazione degli spazi interni e al miglioramento energetico.
La riqualificazione dei piani (quattro in totale) rispetto allo stato attuale intende aumentare la fruibilità complessiva degli spazi, garantendo una nuova indipendenza alle stanze, ampliate e fornite di bagno, con possibilità di raggiungere le cucinette di piano e ampi spazi comuni. Il progetto si propone, inoltre, di incrementare i servizi già esistenti attraverso una riqualificazione integrale degli ambienti, prevedendo in parte la sistemazione degli spazi verdi e l’ammodernamento dell’attuale mensa, senza tralasciare gli aspetti legati alla conservazione dei luoghi rappresentativi.
Trattandosi di un edificio vincolato, il progetto si sviluppa coerentemente con uno scrupoloso approccio di conservazione e restauro. È stato analizzato lo stato conservativo dell’esistente mediante il rilievo materico e del degrado degli spai interno e dei fronti, con una indicazione puntuale degli interventi conservativi da realizzare. In generale, i principali punti sui quali è stato necessario porre particolare attenzione nel progetto sono la conservazione dell’edificio storico, attraverso specifiche azioni di recupero e restauro e la sostenibilità dell’intervento, riferita agli aspetti energetici, impiantistici, ambientali, conservativi, di rifunzionalizzazione e strutturali. La progettazione si è basata su alcuni principi operativi quali la compatibilità, ridefinendo spazi, funzioni e utilizzi del bene con una logica non distruttiva; la reversibilità che permetta di riportare parti del bene a uno stato tale da poter accogliere eventuali elementi di innovazione tecnologica; la durabilità connessa all’effettiva conservazione del manufatto e alla sua manutenzione programmata.
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