Energia green, economia e occupazione viaggiano assieme nella prospettiva della transizione ecologica. La Calabria segna ancora il passo su questi fronti, nonostante qualche segnale positivo di fermento cominci pure a vedersi. Una prospettiva che emerge dal rapporto Greenitaly di Fondazione Symbola, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne e che, guardando anche al Piano Draghi per il rilancio dell’Unione europea, dovrà essere tenuta nella debita considerazione per provare a far uscire la regione dallo stato di arretratezza rispetto alla maggior parte dei territori più avanzati d’Europa. Nel piano Draghi il potenziale del Mezzogiorno è indicato a chiare lettere: «Alcune regioni dell’Ue hanno un elevato potenziale di fonti energetiche rinnovabili competitive dal punto di vista dei costi: ad esempio, il solare nell’Europa meridionale e l’eolico al nord e al sud-est».
Hub energetico? Partendo dall’aspetto della produzione da fonti di energia rinnovabile, la Calabria occupa una posizione per certi versi scomoda: è vero che il suo territorio è privilegiato dal punto di vista del potenziale della produzione di eolico e fotovoltaico, ma si trova anche stretto tra le esigenze di evitare scempi ambientali e paesaggistici, oltre che speculazioni, e quella di far valere il proprio peso di possibile hub energetico. Una situazione di semi-impasse che, del resto, accomuna l’Italia stessa, ritenuta «troppo lenta nello sviluppo delle rinnovabili» dal rapporto Greenitaly che punta il dito contro fattori burocratici e autorizzativi ma anche contro la mancanza di coordinamento e pianificazione strategica a livello nazionale.
Nonostante i tanti “freni”, nel 2023 in Italia è stato toccato comunque il massimo storico delle installazioni di rinnovabili. Il fotovoltaico ha raggiunto quota 4.764 MW di nuova potenza connessa (+105%) e tutte le regioni hanno conseguito un risultato positivo. «Tuttavia – viene sottolineato nel rapporto – la crescita è inferiore al 100% solo in Calabria, Friuli Venezia Giulia e Puglia».
Gli investimenti verdi – Il rapporto indica che è in aumento il numero delle imprese italiane che investono in prodotti e tecnologie green, in campo agricolo ma non solo. Anzi, si rileva come «la crescita degli investimenti green nelle imprese del Centro-Sud, rilevata nelle ultime indagini, abbia annullato gli squilibri territoriali nella penisola relativi all’incidenza percentuale delle imprese eco-investitrici».
In Calabria nel periodo 2019-2022 hanno effettuato eco-investimenti o investiranno in prodotti ed ecologie green 14.840 imprese; un dato forse risicato ma in linea con il tessuto economico esistente: guida la classifica delle regioni la Lombardia con oltre 100mila imprese coinvolte, il Veneto segue a intorno alle 53mila.
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