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“Fine anno nero per le imprese” – Linea Italia Piemonte #finsubito prestito immediato


In sofferenza anche le imprese presenti sui mercati esteri

Incertezza, affanno, crisi. Sono questi i tre vocaboli che caratterizzano la situazione delle imprese in questo autunno 2024. Il quadro viene delineato dall’indagine dell’Ufficio Studi di API Torino.

Fabrizio Cellino, Presidente di API Torino, commenta: “I numeri ci riportano, come temevamo, un forte peggioramento della situazione del sistema delle imprese. Preoccupa soprattutto il fatto che a soffrire sono adesso anche le imprese più presenti sui mercati esteri. Il rallentamento degli investimenti e l’aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali sono altrettanti segnali di forte preoccupazione”.

A rischio la doppia transizione digitale e sostenibile

Secondo Cellino la doppia transizione che dovrà caratterizzare il prossimo futuro è a rischio: “E’ a rischio il percorso, sempre più impellente, della doppia transizione digitale e sostenibile”. Il Presidente di API aggiunge: “Abbiamo a che fare con un contesto estremamente complesso sia nel Paese che nei mercati internazionali. E’ sempre più necessario non solo aumentare la competitività del territorio e del sistema-Paese, ma anche incentivare le aggregazioni d’impresa, la creazione di filiere che riescano a razionalizzare anche il reperimento delle materie prime e a creare più efficienza e competitività sui mercati”.

Il capitolo dolente dell’automotive

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Cellino circa la situazione dell’automotive aggiunge: “L’annunciato taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera, è un colpo basso al settore che non può essere accettato. E’ inutile parlare di sostegno al comparto quando poi si operano scelte di questo genere”.

Incertezza soprattutto su indotto automotive

“Questa edizione della nostra indagine – dice Fabio Schena, Responsabile dell’Ufficio Studi dell’Associazione – mette in chiaro un’economia locale in affanno, su cui continuano a pesare la crisi di ordini e uno stato di incertezza che insistono gravemente soprattutto sulle imprese manifatturiere dell’indotto automotive. In generale, il contesto economico è condizionato dal rallentamento dell’economia europea e, in particolare, dei principali mercati di riferimento per le imprese del nostro territorio, Germania prima di tutto”.

Grado di fiducia, investimenti, ammortizzatori sociali

Il grado di fiducia degli imprenditori cala al -48,3%, i piani di investimento vengono rimandati e continua ad aumentare il ricorso agli ammortizzatori sociali, che entro fine anno coinvolgerà il 27,6% delle imprese (fino al 32,1% delle imprese manifatturiere). “Il rallentamento generale dei principali mercati internazionali di riferimento per le imprese del territorio – precisa Schena – si riflette sul grado di fiducia anche di quelle con una maggiore vocazione all’export. Mentre, pur rimanendo su terreno negativo, il grado di fiducia espresso dalle imprese di maggiori dimensioni (oltre 49 addetti) è meno drammatico, poiché si attesta al -15,4%”.

Produzione, ordini, fatturato

Le nuove previsioni per il secondo semestre del 2024 rivedono ulteriormente al ribasso quelle formulate a Luglio 2024, che già annunciavano una fase di forte rallentamento dell’economia torinese. I saldi relativi ai livelli attesi di produzione, ordini e fatturato scendono sotto il -50% (Produzione: -52,5%, Ordini: -52,7%, Fatturato: -55,4%).

Investimenti

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Il 50% delle imprese ha in programma nuovi investimenti entro fine anno, in calo rispetto al già debole dato registrato nel primo semestre del 2024 (53,1%, in forte contrazione rispetto alla media storica). Schena commenta: “Grava diffusamente sulle decisioni di investimento l’elevato grado di incertezza dei mercati, mentre il costo del denaro non sembra rappresentare più l’elemento principale a disincentivare gli investimenti”.

Portafoglio ordini, saturazione impianti

Oltre la metà delle imprese intervistate dichiara un portafoglio ordini con copertura fino a massimo 30 giorni. Anche il grado di saturazione degli impianti è atteso in flessione: da 68,2% a 61,5%. Il 33% delle aziende segnala crediti scaduti da oltre 60 giorni.





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