Aleasya Costruzioni trascina in tribunale il Comune di Foggia e chiede risarcimenti per più di un milione di euro.
A luglio, la società con sede in città, difesa dagli avvocati Giacomo e Roberta Valla, ha citato in giudizio l’ente dinanzi al Tribunale di Foggia.
Sono due le cause pendenti: il 30 dicembre è fissata un’udienza per l’appalto relativo alla realizzazione della casa rifugio per le donne vittime di violenza, mentre il 2 gennaio 2025 si dovrebbe celebrare l’udienza relativa ai lavori del Centro aperto polivalente per minori di via D’Addedda.
In entrambi i casi, la società chiede ai giudici di dichiarare la risoluzione dei rispettivi contratti risalenti al 2019 e la condanna del Comune di Foggia al pagamento di 570.909,54 euro e 556.851,44 euro, oltre Iva e interessi. Contesta, dunque, presunte inadempienze da parte dell’ente.
Dal canto suo, il Comune considera infondate le pretese e ha deciso di costituirsi in giudizio, anche per difendere “il buon operato e l’immagine dell’ente”, presumibilmnente anche dall’accusa di una presunta inerzia.
A novembre del 2023, l’impresa era stata raggiunta da un’interdittiva antimafia, confermata a marzo dalla Prefettura, a seguito di riesame disposto dai giudici amministrativi, ed annullata a luglio dal Tar Puglia, che aveva accolto il ricorso dell’impresa che opera nel settore edilizio dal 2009.
Quasi contestualmente al ricorso per l’annullamento dell’interdittiva, la società aveva impugnato davanti al Tribunale amministrativo regionale anche la risoluzione dei contratti d’appalto per la realizzazione della casa rifugio per le donne vittime di violenza e del centro aperto polivalente per minori con “incameramento” delle cauzioni definitive per oltre 50mila euro.
A gennaio, i giudici avevano accolto la domanda di sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di revoca, anche perché negli stessi giorni era stato ordinato il riesame dell’interdittiva.
Il ricorso deve essere ancora discusso nel merito. L’udienza è fissata al 12 febbraio 2025. Solo a settembre la parte ricorrente ha depositato altri documenti.
I lavori, iniziati a cavallo tra il 2019 e il 2020, sarebbero praticamente completati. Ammontano a circa 450mila euro per il Centro aperto polivalente per minori, e a oltre 700mila euro per la casa rifugio. Entrambi gli interventi sono finanziati con fondi Por Puglia 2014-2020.
I lavori effettuati dalla società Aleasya Costruzioni s.r.l., però, non sarebbero mai stati pagati, anche prima dell’interdittiva.
In questi mesi, poi, nonostante la sospensione dell’efficacia della risoluzione dei contratti e la sentenza di annullamento dell’interdittiva, i lavori non sono mai ripartiti e non sarebbero state attivate le procedure per adempiere a quanto sancito dai giudici.
Dalle determine di conferimento degli incarichi legali, si apprende di due note del Servizio Lavori Pubblici, ma non è dato sapere se abbia interessato l’Avvocatura per le valutazioni di sorta. Di certo, il caso ha già generato più di un contenzioso e le due strutture non sono state ancora consegnate alla città.
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