Nel 2021 la Sovrintendenza ha dato parere favorevole agli interventi. La consigliera dem Naim (I Municipio) ha presentato richiesta di accesso agli atti. Per Italia Nostra potrebbe essere dell’architetto Pincherle, padre di Moravia
Temono «la scomparsa di un altro pezzo di Roma» gli abitanti del quartiere Pinciano, dopo aver scoperto che un palazzetto di inizio Novecento al civico 4 di via Giovanni Sgambati, abbandonato da tempo, rischia di essere demolito e ricostruito. L’immobile, che in passato ha ospitato un albergo, si trova in un contesto fortemente connotato dagli interventi dell’architetto Carlo Pincherle, padre di Alberto Moravia. Il prospetto in stile neo-rinascimentale, dal primo ordine in bugnato alle monofore scandite da metope con immagini scultoree, farebbe propendere per l’attribuzione: «Potrebbe essere una sua opera minore – ipotizza Alessandro Cremona Urbani, consigliere di Italia Nostra e fondatore del gruppo “Sos patrimonio storico di Roma” -. L’edificio affaccia su Villa Borghese e sul Casino nobile, nei sotterranei del palazzo accanto sono stati ritrovati resti archeologici ed è noto che tutta l’area circostante era una necropoli».
La richiesta di accesso agli atti
Dopo la demolizione di una palazzina degli anni Trenta in via Ticino, nel quartiere Coppedè, Cremona Urbani è sempre più preoccupato: «In quel caso la Sovrintendenza aveva detto che non aveva valore architettonico, ma poi abbiamo scoperto che era di Gaetano Minnucci, non proprio una firma di poco conto… Purtroppo anche per via Sgambati non siamo riusciti a trovare alcuna documentazione». Nathalie Naim, consigliera dem nel I Municipio che da sempre si batte per la salvaguardia del patrimonio storico-artistico, ha presentato una richiesta di accesso agli atti al II Municipio, che come si apprende dal dipartimento Urbanistica ha rilasciato la Scia (segnalazione certificata di inizio attività), ma dopo una settimana non ha ancora ricevuto risposta: «In base alla legge regionale sulla rigenerazione urbana, nella città storica un imprenditore può demolire e ricostruire con un aumento di cubatura del 20% – spiega Naim – . L’unico paletto è il vincolo diretto della Sovrintendenza. Come Municipio abbiamo votato la richiesta di introdurre nelle nuove norme tecnico-attuative del Piano regolatore lo stop a interventi di questo tipo in tutta la città storica».
Del Bello: «Verifiche sul titolo autorizzativo»
Dalla Sovrintendenza confermano di aver dato parere favorevole, nel 2021, al progetto di restyling della palazzina inserita nella Carta della qualità. E però, la presidente del II Municipio, Francesca Del Bello, vuole verificare la correttezza dell’autorizzazione ovvero se fosse sufficiente la Scia o se invece l’architetto avrebbe dovuto presentare una richiesta di permesso a costruire: se così fosse, la pratica dovrebbe essere riformulata. Da accertare anche se il via libera di piazza Lovatelli fosse basato sullo stesso progetto depositato nel parlamentino locale.
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