Il contest “B-Factor” è un’iniziativa organizzata dalla Fondazione Marisa Bellisario per promuovere l’imprenditorialità femminile. Il nome fa riferimento al “Fattore Bellisario” e ha l’obiettivo di dare visibilità a donne che stanno avviando o hanno avviato un’attività, incoraggiando il loro ruolo nell’economia. Giunto alla sua quarta edizione, il contest si è appena concluso, qui potete trovare i nomi delle vincitrici:
Contest B Factor: le vincitrici
I progetti presentati nella IV edizione di B Factor hanno dimostrato la capacità delle donne di apportare innovazione in settori chiave come la tecnologia, l’economia circolare e l’empowerment femminile.
“Perché le radici contano, ma solo se si ha la forza e la determinazione per dispiegare le ali, e volare alto e lontano. E perché la sostenibilità non è solo marketing e compliance, ma è fatta di scienza, tecnologia, processi industriali, e ancora e soprattutto di bellezza ed eleganza” è la motivazione della giuria composta da Lella Golfo (Fondazione Marisa Bellisario), Carlo Alberto Carnevale Maffè (Bocconi), Anna Amati (META Group), Paolo Cellini (Luiss Guido Carli), Luigi Gallo (Invitalia), Flavia Mazzarella (Cassa Depositi e Prestiti), Paola Rusconi (Intesa Sanpaolo) Mariangela Siciliano (SACE), Flavia Melchiorri Terribile (Ocse), Patrizia Rutigliano (Poste Italiane) e dall’Ambasciatore Pietro Sebastiani.
Sul podio troviamo Quantum Ket, startup che si occupa di tecnologie quantistiche e intelligenza artificiale applicate alla cybersicurezza, sorveglianza e monitoraggio terrestre e spaziale. La fondatrice Noemi Ferrari ha condiviso la sua storia personale e professionale, raccontando come, dopo aver superato una grave malattia, si sia dedicata alle tecnologie quantistiche adottando un approccio unico, un salto di paradigma che trasformi radicalmente il concetto di Sicurezza, rendendola predittiva, in modo da plasmare un futuro in cui le nostre comunità possano affrontare con strumenti più potenti le minacce crescenti.
La seconda classificata è Regenesi, fondata da Maria Silvia Pazzi, un retail brand nativo circolare che sposa il concetto di bellezza senza tradire l’ambiente, creando oggetti contemporanei e sofisticati. La startup innovativa, femminile e società benefit, trasforma i rifiuti tessili industriali e civili in materia prima seconda per la moda, utilizzando una tecnologia rigenerativa e l’intelligenza artificiale nei processi di upcycling (recupero creativo). La startup promuove anche iniziative STEM per le giovani donne tramite il suo Regenerative Hub.
Conquista il terzo posto Laakam. Fondata da Liliane Tueguem, giovane donna del Camerun e mamma di tre bambini, Laakam supporta e guida le aziende nei percorsi di digital trasformation, dimostrando come la tecnologia possa essere un potente strumento di cambiamento sociale.
“La transizione ecologica e digitale, lo sviluppo sostenibile, la ripresa delle economie mondiali – sottolinea la Presidente della Fondazione Marisa Bellisario Lella Golfo – sono sfide che passano da donne e giovani. Da una visione globale e integrata che li veda protagonisti e artefici. Noi, nel nostro piccolo abbiamo sempre puntato sulla Next Generation e continuiamo a farlo con il B Factor che in quattro edizioni ci ha aperto le porte di un universo vivace, competitivo, già nel futuro. Giovani donne pronte a trasformare le loro idee in progetti che diventeranno volano di crescita. Il nostro sogno non si ferma qui – ha concluso la Golfo -. È il sogno di un Paese in cui le donne non siano più una risorsa sprecata, ma il cuore pulsante del cambiamento. E noi siamo qui, pronti a fare la nostra parte”.
Le donne che scelgono percorsi formativi e professionali nel campo dell’innovazione tecnologica sono ancora troppo poche in Italia. La media dei laureati in discipline STEM si ferma al 6.7%, rispetto al 13% della media europea. A rendere il quadro più preoccupante, nel 2023, è stata la flessione del 37% degli investimenti in startup e imprese innovative italiane. Una diminuzione che colpisce in modo particolare le iniziative guidate da donne, limitando il loro accesso alle risorse necessarie per crescere e innovare. Secondo il Rapporto nazionale Unioncamere, le startup innovative con una founder donna sono poco più di una su 10 (12,6%).
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