Il PNRR, il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, lanciato nel 2021 con l’obiettivo di aiutare l’economia italiana post Covid, prevede fondi indirizzati all’industria nostrana, per sostenere gli importanti costi legati alla sua decarbonizzazione.
L’iter prospettato per questo settore prevede prima di tutto l’efficientamento e l’ottimizzazione dei processi produttivi e successivamente (ove possibile) la sostituzione dei combustibili fossili con l’elettricità o l’idrogeno.
Il bando per accedere alle agevolazioni disposte dal PNRR a tal fine aprirà fra poche settimane, l’11 novembre alle ore 12.00 per l’esattezza, con le richieste che avranno importanti ripercussioni sulla stesura dei Contratti di sviluppo, come dichiarato dal ministro Urso (Imprese e Made in Italy) in una recente circolare emessa dal Dicastero.
Il Governo, grazie ai fondi raccolti due anni fa e inseriti nel PNRR, ha messo sul piatto risorse finanziarie per un totale di 350 milioni di euro l’anno, che fanno parte della dotazione complessiva del sottoinvestimento 1, pari a 2 miliardi di euro a valere sulle risorse della Missione 1, Componente 2, Investimento 7, del PNRR finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU.
L’iniziativa è un tassello importante della più ampia Misura M1C2-I7 per il “Sostegno al sistema di produzione per la transizione ecologica, le tecnologie a zero emissioni nette e la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche”.
La manovra prevede l’incentivazione del settore privato verso investimenti che migliorino l’efficienza energetica dei settori industriali, in particolare quelli che fanno ampio uso di energia elettrica.
A stretto giro, il sostegno ad investimenti orientati verso la produzione di energia rinnovabile e l’elettrificazione dei processi industriali, in modo da tagliare la loro dipendenza dai combustibili fossili.
Per chiarire eventuali lacune, il ministero ha emanato la circolare direttoriale n.42927 del 18 ottobre 2024 (la trovate al link Fonte), fornendo indicazioni operative in merito alle caratteristiche dei programmi di sviluppo ammissibili e precisazioni specifiche relative all’applicazione delle disposizioni di cui al Titolo II del decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy.
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