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Appalti truccati col ‘sistema Cappello’: 14 davanti al giudice #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Fissata l’udienza preliminare a carico di 14 persone coinvolte nell’inchiesta della Dda di Napoli su appalti truccati e somme di denaro distratte per eludere le disposizioni antimafia nel Comune di Calvi Risorta.

Dovranno presentarsi dinanzi al gup Marcello De Chiara del tribunale di Napoli nel mese di dicembre: l’ex sindaco di Calvi Risorta Giovanni Rosario Lombardi il vicesindaco Giuliano Cipro; l’ex presidente del Consorzio Asi Piero Cappello; gli imprenditori Francesco Verazzo, Raffaele Pezzella, Tullio Iorio, Francesco Di Fiore, Gennaro D’Ascenzio, Carlo D’Amore, Carmine Petrillo; i tecnici e dipendenti Teresa D’Alessandro, Carlo De Caprio, Giuseppe Napoletano, Massimo Di Stefano.

Le accuse mosse dai sostituti procuratori della Dda partenopea Graziella Arlomede e Maurizio Giordano, vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, turbativa d’asta, turbata libertà della scelta del contraente, falso in atto pubblico, false dichiarazioni rese a pubblico ufficiale, riciclaggio, favoreggiamento, intestazione fittizia di società. In particolare due le gare d’appalto finite nel mirino degli inquirenti per complessivi 3 milioni di euro e che vedevano coinvolti i due imprenditori Raffaele Pezzella e Tullio Iorio con i prestanome delle loro società coindagati Carlo D’Amore per la Comed e Carmine Petrillo per la Costruzioni Generali Sud. Una riguardante lavori di manutenzione straordinaria della viabilità comunale interna e di collegamento verso strade sovracomunali come la SS 6 Casilina, l’altra riguardante interventi per l’adeguamento sismico ed efficientamento energetico del complesso scolastico Cales.

Per gli inquirenti le ditte da invitare (tra quelle indicate dall’Asmel consortile) sarebbero state selezionate manomettendo il sistema informatico – “Quaderno di epidemiologia del Prof. Ezio Bottarelli” – inserendo i numeri corrispondenti alle ditte fornite da Pezzella e Iorio, amministrate da persone legate allo stesso Pezzella. In questo modo gli appalti sarebbero stati ‘manipolati’ favorendo gli imprenditori.

Nel corso delle indagini, sarebbe emerso, inoltre, che i due imprenditori, attraverso la gestione occulta di alcune società, avrebbero drenato liquidità che sarebbe stata così sottratta a eventuali misure di prevenzione. In questo modo una parte dei proventi sarebbe stata destinata al clan dei Casalesi.

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L’ex sindaco di Calvi Risorta, Giovanni Lombardi, e l’imprenditore Francesco Verazzo avrebbero turbatola libertà nella scelta del contraente in relazione ai lavori alle strade che portano alla Casilina e alla Provinciale 194. Lombardi, avrebbe consegnato a Verazzo, prima dell’indizione della gara d’appalto, documenti riguardanti l’appalto garantendogli l’aggiudicazione. La procedura si concluse con l’affidamento alla Cgs, gestita secondo la Dda da Iorio e Pezzella, e Verazzo avrebbe chiesto al sindaco la promessa di ottenere futuri appalti. A sindaco e imprenditore viene contestata anche l’aggravante mafiosa.

L’inchiesta ha acceso poi i riflettori anche su un altro appalto bandito dal Comune di Presenzano dal valore di 500mila euro, turbato, per farlo aggiudicare illegittimamente alla D’Alessandro Costruzioni, amministrata da Gennaro D’Ascenzio, ma di fatto gestita da Pezzella. Implicati in questa vicenda, Pezzella, D’Ascenzio in concorso con il tecnico Cappello e Carlo De Caprio che svolgeva il ruolo di Rup e presidente della commissione di gara.

Un secondo appalto ‘truccato’ nel comune di Presenzano è finito nel mirino dei magistrati antimafia: la realizzazione di un’area attrezzata in località Pozzo, gara che avrebbero turbato Pezzella, De Caprio, Cappello, Francesco Di Fiore, rappresentante della Sc Costruzioni, e Massimo Di Stefano, istruttore tecnico del Comune di Presenzano. Petrillo, invece, oltre a fare da prestanome, avrebbe compiuto, in concorso con Giuseppe Napoletano, contabile della Cgs, anche il reato di riciclaggio, svolgendo 65 operazioni di prelievo contante, pari a 39mila euro, e 14 bonifici verso la Parking Group per 442mila euro per prestazioni inesistenti. Il tutto per “pulire” soldi derivanti dagli appalti ottenuti, in modo illecito.

Teresa D’Alessandro, avrebbe reso dichiarazioni false alla polizia giudiziaria sui rapporti di sua conoscenza con Iorio e Pezzella; il vicesindaco Giuliano Ciprio, ex militare dell’esercito, si sarebbe reso responsabile di favoreggiamento personale, per aver effettuato una “bonifica ambientale” all’interno dell’ufficio tecnico alla ricerca di eventuali microspie, aiutando Cappello, a eludere le investigazioni.

Nel colleggio difensivo sono impegnati gli avvocati Giuseppe Stellato, Giuseppe De Angelis, Ferdinando Letizia, Claudio Sgambato, Marco Acampora, Caterina Maria Rosaria Ursillo, Federico Conte.



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