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VICENZA – “Cupra non è solo un marchio, ma un modo di essere”, commenta Pierantonio Vianello, direttore italiano del brand. Siamo a Vicenza. La flotta è tutta a disposizione per raggiungere i castelli di Romeo e Giulietta (Montecchio). Sotto ci attende una cava o meglio un’esperienza immersiva, creata insieme all’artista Andrea Crespi: lavorano con un approccio anti-convenzionale ed innovativo per portare il loro operato ad una dimensione nuova. Il viaggio ha dell’onirico, prosegue sottoterra, per mettere sotto i riflettori i valori di Cupra. “Dreams shape the future” – questo il nome – mostra alla Tribe Cupra che il brand sta impugnando parecchie sfide, sociali e no, che vanno oltre il mondo automotive. Ecco quali.
1 – “Da zero a Hero”: l’auto come riflesso di sé
A volte serve superare i propri limiti per generare cambiamento. Non al volante, certo: l’automobile per Cupra qui non è intesa come mezzo di trasporto, ma come riflesso di sé stessi. Ed ecco che il famoso da “0 a 100” con cui il mondo automotive misura le prestazioni diventa “da zero a Hero”, che l’artista rivolge ai visitatori con un messaggio chiaro ben visibile su una lastra specchiata: al centro c’è sempre il guidatore.
L’opera invita a riflettersi al suo interno, identificandosi come protagonista del proprio viaggio introspettivo e personale. La visione, infatti, cambia anche con il movimento: la sfida è quotidiana, e la resilienza è il mezzo da gestire per affrontare difficoltà e trasformarle in opportunità.
2 – Less is more: il design
Non c’è solo la ricerca. Ma una neo-sintesi. Crespi interpreta nell’arte lo stesso impegno che mette Cupra nell’esplorare nuove tecnologie e materiali, integrandoli nel proprio design. Siamo alla seconda installazione, dove l’artista ha rielaborato “la Venere di Milo” in una triplice versione materica (marmo di Carrara, bronzo e resina). Questa scelta di presentare diverse varianti vuole testimoniare che, allo stesso modo, sottraendo peso, dando più enfasi alle forme con l’incisione, anche la scultura può raggiungere nuovi obiettivi.
3 – Phygital: l’esperienza con il brand
Per ricercare un mondo nuovo reale e digitale si devono fondere. Nel terzo step del viaggio, Crespi pone l’utente di fronte a degli schermi dove vi è lo sdoppiamento iconografico e stilistico delle muse del passato.
L’opera è un ponte tra passato e futuro ma sempre con la consapevolezza che è fondamentale saper sfruttare la tecnologia senza cedere completamente alla sua autonomia: la chiave dell’esperienza resta l’emozione. Per chi conosce il brand, inevitabile, il richiamo al Metahype dove la Tribe può accedere e poter intensificare la propria esperienza.
4– La nuova interpretazione dell’amore: l’uomo e la macchina
L’umanità, secondo Crespi, ha bisogno della macchina per superare i propri limiti. In questa opera si cimenta nella riproduzione di Amore e Psiche di Canova, dando un’inedita interpretazione dell’unione della donna e del suo Amore, che viene identificato come macchina robotica.
L’abbraccio simboleggia l’unione uomo-macchina, in una fusione che rappresenta il processo di trasformazione ed evoluzione intellettuale oggi: questo consente di superare i limiti della nostra sapienza e di adattarci ai cambiamenti in corso attraverso le emozioni e l’empatia.
5 – Ambiente più tecnologia: l’approccio è eco-sosostenibile
Nel percorso non viene dimenticato il tema dell’ecosostenibilità, unito al mondo della tecnologia. Crespi esprime il pensiero di Cupra mettendo al centro dell’attenzione l’ologramma di una farfalla, simbolo di bellezza, rinascita e attenzione alla natura. L’artista è in grado di immergere l’utente in un’illusione ottica, un’esperienza dove l’opera fisica in realtà non esiste, ma chi assiste può allo stesso modo vivere una nuova dimensione fatta di immagini e suoni del mondo naturale, con la riproduzione di un battito delle ali puramente elettrico.
6 – I nuovi eroi contemporanei: la sfida inclusiva
Un David di Michelangelo ricreato in scala 1:1 attraverso un’imponente illusione ottica. Crespi lo ha chiamato il David dei 100, perché sono 100 gli autori, ossia bambini con disabilità che, all’interno di un progetto di charity in collaborazione con Dynamo Camp, hanno utilizzato l’arte come strumento di sperimentazione per sfidare sé stessi.
L’opera oggi si compone di 7 tele, una per ogni giorno della settimana, create da diversi gruppi: lo spettatore da lontano percepisce l’interezza del David, mentre da vicino perde la visione totale, lasciando spazio a linee fluttuanti e ad una narrazione fatta di nomi e di nuovi incontri: è qui che l’opera entra più in profondità. Firmata da coloro che oggi stanno esplorando nuove sfide, Crespi e Cupra danno spazio, mettendo nero su bianco le firme di chi sta cercando di trasformare sé stesso per superare le proprie difficoltà. Esempio di nuovi eroi contemporanei.
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