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«Accendere i riflettori sulla città vecchia per farla rivivere». Il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia promuove A fora li brasgeri che, sabato 12 ottobre, ha invaso le vie della centro storico con grabiglie, mirinzane, ziminu e salsiccione
«L’esperimento è riuscito, vogliamo che quella parte del centro storico riprenda a essere frequentata – ha affermato il sindaco -. La gente ha risposto all’invito, questa è la strada da seguire: viverla è l’unica possibilità di restituirle la centralità sociale, economica e culturale che ha smarrito nei decenni. Da qui può ripartire Sassari».
«È stata una sorta di edizione zero, la prova generale di un’iniziativa destinata a ripetersi ogni anno più ricca e più bella, spartiacque ideale tra la Faradda di li Candareri e la fine dell’estate» spiega l’assessora Nicoletta Puggioni.
Per Palazzo Ducale il bicchiere è mezzo pieno: «La delusione di chi non è riuscito ad acquistare il coupon per partecipare all’iniziativa, o che per ragioni logistiche non ha fatto in tempo a degustare tutte le pietanze prenotate – riflette il primo cittadino – indica quanta voglia ci sia di socialità, di occasioni di incontro, di vivere la città, di riprendersi gli spazi». Chi volesse, ovviamente, potrà chiedere il rimborso dei piatti non consumati (le modalità saranno presto indicate sulla pagina Facebook dell’iniziativa). In alternativa il ricavato sarà utilizzato per sostenere qualche iniziativa benefica. Ma l’amministrazione guarda avanti. «Faremo tesoro degli aspetti che si possono migliorare, e la prossima iniziativa sarà ancora più grande – chiosa Mascia – lavoriamo per valorizzare e riscoprire ogni zona della città, era un obiettivo della manifestazione».
«La formula testata sabato sarà il modello per una rassegna gastronomica che in futuro arricchirà il programma dei Candelieri – conferma l’assessora Nicoletta Puggioni – una kermesse itinerante da programmare a fine estate, per rivitalizzare il centro storico e valorizzare la tradizione gastronomica sassarese».
Soddisfatto anche Giovanni Cocco, presidente di Eat&Buffas, associazione che promuove la cultura alimentare e gastronomica locale e i prodotti tipici di Sassari, del suo territorio e di tutta la Sardegna. «È stata una autentica operazione di riappropriazione culturale, la kermesse ha permesso di ricollegare l’arrostita, uno dei più longevi, popolari e conosciuti riti della tradizione gastronomica sassarese – afferma Cocco – ai luoghi in cui è nata e si è affermata come tratto identitario della comunità e del suo modo di essere».
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