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Codice della crisi d’impresa: risanamento e continuità aziendale #finsubito prestito immediato

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Il D.Lgs. n. 136/2024 ha apportato diverse modifiche al codice della crisi d‘impresa. Tra queste ci sono le novità che riguardano la disciplina della composizione negoziata e le relative modalità di accesso, il ruolo dell’esperto, il sistema di allerta precoce e il rapporto banca impresa. Inoltre, le nuove norme contemplano anche regole per facilitare l’accesso agli strumenti di regolazione della crisi d’impresa, come il concordato preventivo e la liquidazione controllata, prevenendo eventuali abusi. Un grafico illustra quali sono le principali novità del decreto Correttivo ter per facilitare il risanamento dell’impresa e la continuità aziendale.

Come accedere alla composizione negoziata

La composizione negoziata è uno strumento previsto dalla legge italiana per consentire alle imprese in difficoltà finanziaria di trovare un accordo con i propri creditori, evitando così il fallimento. L’obiettivo è quello di risanare l’impresa e di consentirle di continuare l’attività.

Il decreto correttivo ter ha introdotto importanti novità nella disciplina della composizione negoziata.

Per accedere a questa procedura è fondamentale seguire i seguenti passaggi:

verifica della sussistenza dei presupposti: l’impresa deve trovarsi in una situazione di crisi o di insolvenza, ovvero non essere in grado di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni.

redazione del piano di risanamento: l’imprenditore deve predisporre un piano di risanamento dettagliato, che illustri le cause della crisi, le misure correttive da adottare e le prospettive di risanamento dell’impresa.

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nomina dell’esperto: l’imprenditore deve nominare un esperto indipendente, che avrà il compito di verificare la fattibilità del piano di risanamento e di assistere le parti nella negoziazione.

convocazione dei creditori: l’esperto convocherà i creditori per presentare il piano di risanamento e avviare la negoziazione.

conseguimento dell’accordo: se i creditori accettano il piano di risanamento, si raggiunge un accordo che dovrà essere omologato dal tribunale.

Qual è il ruolo dei professionisti

Il terzo correttivo, oltre a rispondere agli impegni assunti con il PNRR e a chiarire dubbi interpretativi, introduce una serie di modifiche sostanziali al codice della crisi. Si tratta di un intervento ampio e profondo, che va ben oltre un semplice aggiornamento normativo, incidendo significativamente sulle diverse procedure previste.

In particolare, si sottolinea come il nuovo codice, con l’obiettivo di favorire la continuità aziendale e di superare la connotazione negativa del “fallimento”, richieda una profonda trasformazione culturale.

Questa trasformazione passa anche attraverso una rivisitazione del profilo e dei compiti dei professionisti coinvolti.

Le principali novità riguardano:

formazione e indipendenza: viene posta una forte enfasi sulla formazione continua dei professionisti (attestatori, curatori, commissari giudiziali, liquidatori) e sulla loro indipendenza di giudizio, intesa come assenza di conflitti di interesse con il debitore.

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criteri di selezione: i criteri per la nomina dei professionisti sono stati resi più rigorosi, privilegiando l’esperienza e la capacità di gestire procedure complesse.

potenziamento del ruolo dell’esperto: l’esperto nella composizione negoziata assume un ruolo sempre più centrale, con maggiori responsabilità e poteri.

rafforzamento dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC): l’OCC vede potenziate le proprie funzioni, soprattutto nel concordato minore, dove dovrà esprimere pareri più dettagliati e approfonditi.

accelerazione delle procedure: si introducono nuove misure per accelerare lo svolgimento delle procedure, responsabilizzando i curatori e i liquidatori e prevedendo sanzioni in caso di ritardi.

Cosa cambia per il sistema di allerta precoce

Il nuovo codice mira a creare un sistema più efficiente e trasparente, in cui i professionisti svolgono un ruolo chiave nel supportare le imprese in difficoltà e nel garantire una gestione più rapida ed efficace delle crisi.

Il legislatore ha introdotto diverse modifiche normative per rafforzare il sistema di allerta precoce in caso di crisi d’impresa:

allerta precoce più efficace: l’art. 3, comma 4 è stato modificato per chiarire che i segnali di crisi indicati dalla legge devono essere sempre valutati, non solo in presenza di una crisi già in atto. L’obiettivo è prevenire le crisi, non solo reagire ad esse.

maggiori soggetti coinvolti: oltre all’organo di controllo interno, anche il revisore contabile (organo di controllo esterno) è ora tenuto a segnalare all’organo amministrativo situazioni che potrebbero portare a una crisi o insolvenza. Tuttavia, l’obbligo non scatta per semplici difficoltà aziendali, al fine di evitare segnalazioni inutili.

tempi e responsabilità: le nuove norme definiscono meglio i tempi entro cui effettuare le segnalazioni e le conseguenze in caso di mancata segnalazione (responsabilità ai sensi dell’art. 2407 c.c.).

focus sulle banche e intermediari finanziari: gli obblighi di comunicazione per le banche e gli intermediari finanziari sono stati resi più specifici. Ora, l’obbligo di segnalazione riguarda solo i peggioramenti degli affidamenti concessi e le loro sospensioni o revoche.

Tra le modifiche rileviamo quelle riportate all’articolo 21, comma 1, e all’articolo 23, comma 2: la prima modifica stabilisce che, qualora in sede di trattativa emerga una situazione d’insolvenza, l’imprenditore deve considerare l’interesse predominante dei creditori, non solo nella gestione dell’impresa ma anche nella scelta della soluzione di risanamento da perseguire.

La seconda elimina il riferimento al mancato raggiungimento di una soluzione al termine delle trattative e suggerisce che l’istituto può essere rilevante anche in caso di esito negativo, purché produca effetti positivi in termini di una ristrutturazione più efficiente durante i successivi procedimenti giudiziari.

Quando si può accedere alla composizione negoziata

L’articolo 12, comma 1, prevede che un imprenditore possa optare per la composizione negoziata quando l’impresa è in crisi, quando è insolvente, o anche, soltanto in condizioni di “squilibrio patrimoniale o economico-finanziario” che renda probabile una crisi o un’insolvenza e il risanamento dell’impresa appaia ragionevolmente perseguibile.

L’accesso alla procedura è previsto, quindi, non solo in situazioni pre-crisi, ma anche in caso di crisi o insolvenza dichiarata.

L’introduzione della lettera a-bis) all’articolo 17, comma 3, facilita l’utilizzo della procedura anche in presenza di bilanci non regolarmente approvati, consentendo il mero deposito di progetti di bilancio o di una situazione economico-patrimoniale e finanziaria aggiornata.

Il correttivo ter introduce, all’art. 13, nuove regole per la composizione negoziata della crisi:

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esperto: deve aggiornare il CV con le esperienze pregresse e l’esito delle composizioni seguite. Questa esperienza diventa un requisito preferenziale per la nomina.

indipendenza dell’esperto: l’esperto può continuare a seguire la situazione aziendale anche dopo la composizione negoziata, senza che ciò sia considerato un conflitto di interessi.

trasparenza: l’esperto deve informare le parti coinvolte sulle sue attività.

accesso alla composizione: per accedere, l’imprenditore deve presentare una documentazione più completa, compresi bilanci aggiornati. Inoltre, non deve aver già avviato una procedura giudiziaria.

incompatibilità: la composizione negoziata non può essere utilizzata se è già in corso una procedura giudiziaria.

Come cambia il rapporto banca-impresa

Il legislatore, con il correttivo, ha ridefinito i rapporti tra imprese in difficoltà e banche, intervenendo sugli articoli 16 e 18.

Le modifiche mirano a bilanciare gli interessi delle imprese in difficoltà e delle banche, garantendo un accesso più agevole alla composizione negoziata e chiarendo le regole per la gestione dei rapporti creditizi.

In tale ottica la relazione impresa-banca si modifica in questo modo:

accesso alla composizione negoziata: l’accesso alla procedura non incide sulla classificazione del credito né sulla sospensione delle linee di credito, ma richiede una motivazione specifica per l’applicazione delle norme di vigilanza prudenziale. La prosecuzione dei rapporti non comporta responsabilità per le banche.

misure protettive: le misure protettive sono estese a tutti i creditori e includono i contratti bancari, sempre nel rispetto delle norme di vigilanza. La sospensione delle linee di credito può essere mantenuta solo se collegata a tali norme.

finanziamenti: l’autorizzazione del tribunale a contrarre nuovi finanziamenti serve esclusivamente ai fini della prededuzione.

Come prevenire gli abusi della negoziazione

Il correttivo introduce nuove regole per facilitare l’accesso agli strumenti di regolazione della crisi, come il concordato preventivo e la liquidazione controllata, al tempo stesso prevenendo eventuali abusi.

Il legislatore in merito ha previso le seguenti misure:

proroga dei termini: l’articolo 44 permette di prorogare i termini per presentare la proposta di regolazione, anche in caso di pendenza di istanza di liquidazione giudiziale, a condizione che sia depositato un progetto dettagliato.

sospensione degli obblighi: la domanda prenotativa sospende gli obblighi a tutela del capitale sociale, come previsto dall’articolo 46.

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atti di straordinaria amministrazione: gli atti urgenti di straordinaria amministrazione compiuti senza autorizzazione sono inefficaci.

concordato preventivo: il piano di concordato deve contenere un piano dei costi e dei ricavi, e prevedere fondi rischi, soprattutto in caso di finanziamenti pubblici.

concordato minore: la proposta di concordato minore deve prevedere il soddisfacimento dei crediti, anche parziale, e indicare le modalità di pagamento.

liquidazione controllata: è stata estesa la possibilità di aprire la procedura di liquidazione controllata entro un anno dalla cessazione dell’attività, con deroghe per gli imprenditori individuali.

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