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Sembrava un normale rapporto fra proprietario e inquilino se non fosse stato per l’abitudine del affittuario di saldare la pigione in contanti piegati, stropicciati e in qualche caso persino rotti. Una cosa che mandava fuori di testa M.T., un 59enne di Castelfranco, tanto che un giorno l’uomo avrebbe proprio perso la testa. Così, armato di una cesoia, di un piccone e di persino di coltello veva fatto irruzione nell’appartamento. L’inquilino, un uomo di nazionalità nordafricana, si era spaventato e aveva chiamato i carabinieri che avevano proceduto all’arresto del 59enne.
Il giudice lo aveva sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora ma M.T. l’ha rispettata soltanto fino all’inizio del mese quando si è recato a far visita all’immigrato che però, quando ha aperto la porta se l’è trovato davanti completamente nudo. Ieri 9 ottobre l’uomo, difeso d’ufficio dall’avvocato Giacomo Michieli, ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il un rito abbreviato condizionato però ad un perizia di natura psichiatrica che sarà effettuata da Alberto Kirn.
La storia risale all’11 settembre scorso. Esasperato per le condizioni in cui gli venivano dati i soldi dell’affitto di un appartamento che si trova proprio al piano superiore della sua abitazione, M.T. avrebbero perso la testa facendo irruzione nell’abitazione del suo affittuario “armato” di tutto punto. Prima ha tagliato il lucchetto dell’uscio d’ingresso con la cesoia, poi l’ha abbattuto a colpi di piccone con cui ha anche sfondato la porta della camera da letto dentro a cui il nordafricano aveva trovato rifugio. Alla fine, vestito con una vestaglia leopardata, l’avrebbe affrontato con il coltello intimandogli, si fa per dire, di essere più “ordinato”.
Nel frattempo l’immigrato era però riuscito a chiamare i carabinieri che avevano fatto scattare le manette ai polsi di M.T. contestandogli i reati di minaccia e violazione di domicilio. Il 12 settembre l’uomo si era presentato davanti al giudice Iuri De Biasi e quando si era seduto a fianco del suo avvocato per la convalida e il processo per direttissima era ancora abbigliato come la sera prima, suscitando una ilarità che i presenti in aula non erano riusciti a camuffare.
De Biasi, preso atto che erano stati chiesti termini a difesa, aveva stabilito che il 59enne non potesse rientrare in casa per evitare contatti con il locatario e così gli aveva imposto il divieto di dimora. M.T. però l’ha rispettato solo per qualche giorno: ai primi di ottobre ha nuovamente bussato, questa volta cortesemente, alla porta del nordafricano. Peccato però che quando questi ha aperto si sia trovato davanti il padrone di casa completamente nudo. Che, con garbo, esigeva l’affitto.
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