Nel 2025 per le amministrazioni con più di 20 dipendenti a tempo indeterminato la percentuale di sostituzione tra assunzioni e uscite è pari al 75%. Dal 2026 si torna al 100%
Stretta sul turnover per la pubblica amministrazione e meno assunzioni. La novità è contenuta nel testo della Manovra. Nel 2025 le amministrazioni con più di 20 dipendenti in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, la percentuale di sostituzione tra assunzioni e uscite dovrà essere pari al 75%. Dal 2026 si tornerà al 100%. Le disposizioni non si applicano al personale togato delle magistrature e agli avvocati e procuratori dello Stato «per i quali, a decorrere dal 2025, le assunzioni sono consentite sino al 100 per cento delle unità cessate nell’anno precedente».
Uno stop per il 2025 che avrà ripercussioni importanti. Si pensi che solo nel 2023 sono state inserite nella Pubblica amministrazione 170 mila persone e nei primi otto mesi del 2024 e sono stati banditi oltre 13mila concorsi. Gli ingressi hanno portato l’età media degli statali (49 anni) a scendere per la prima volta dopo anni. In più i buchi in organico nella Pa sono stimati al 30% con picchi negli enti locali come i Comuni.
I sindacati
Per la Federazione dei lavoratori pubblici e funzioni pubbliche la scelta è «incomprensibile». Dice Marco Carlomagno, segretario generale FLP: «Esprimiamo forte contrarietà, anche alla luce di quanto più volte dichiarato in questi mesi da autorevoli esponenti del governo sulla necessità di un rilancio dei piani assunzionali. Tanto più che ci troviamo ad operare in amministrazioni che hanno già gravi carenze di organico, con personale ridotto e con età elevata». La federazione chiede così che la norma in sede di discussione parlamentare venga eliminata «perché una sua approvazione comporterebbe meno servizi a cittadini e imprese, un indebolimento della lotta all’evasione e al sommerso, meno qualità nei servizi, già al collasso».
Intanto lunedì 28 ottobre, i sindacati e l’Aran, l’agenzia governativa, riprenderanno la trattativa sul rinnovo del contratto delle Funzioni centrali che interessa 193 mila dipendenti tra ministeri, agenzie enti non economici. La trattativa riparte dopo lo stanziamento delle risorse per il triennio 2025-2027 e l’aggiunta di un altro 0,22% per potare al 6% le risorse per il contratto 2022-2024 in scadenza.
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