A Tubinga è stato inaugurato un ponte riservato ai ciclisti, lungo 365 metri, tinto di azzurro, sarà riscaldato in inverno. Il sindaco senza partito Boris Palmer ha dichiarato orgoglioso: «Resisterà per almeno un secolo». Boris era un verde, ma ha esagerato anche per i suoi compagni ecologisti che l?hanno espulso. Il ponte ciclabile è costato sedici milioni di euro, oltre 40mila al metro. Tubinga, città universitaria, ha circa 94mila abitanti, quanti saranno i ciclisti freddolosi? Ma non è un caso isolato.
I tedeschi sono convinti di essere le laboriose e parsimoniose formiche di un?Europa messa in pericolo dalle cicale mediterranee, italiane, spagnole e greche. L?annuale rapporto dello Steuerzahlerbund, la federazione dei contribuenti, dimostra che non è vero.
A Amburgo hanno risanato una toilette pubblica in centro, un lavoro costato oltre due milioni di euro, ma dopo tre mesi è stata di nuovo chiusa perché invasa dall’acqua. Si erano dimenticati di erigere una parete a prova di infiltrazioni. Mentre litigano municipio, l?architetto responsabile del progetto e la ditta appaltatrice, probabilmente la toilette resterà inagibile per anni, o per sempre.
A Betzdorf, 10mila abitanti, in Renania Palatinato, il sindaco ha litigato con un funzionario per motivi personali, e l?ha obbligato a lavorare da casa, ma per cinque anni il dipendente non ha dovuto svolgere alcun compito. Per non far nulla è costato 600mila euro, tra stipendio contributi per la pensione e futura liquidazione. A Flensburg, sul Baltico, hanno varato un traghetto a energia solare, costato quattro milioni, che non è entrato in servizio, perché in caso di vento forte la vela solare non funziona. La Deutsche Bahn (le ferrovie) è in crisi, i treni sono sempre meno puntuali, per modernizzare i binari e mettere in sicurezza centinaia di ponti bisognerebbe stanziare oltre cento miliardi di euro, ma per due feste aziendali si sono spesi oltre due milioni di euro. Un ricevimento a Berlino è costato 1100 euro a testa per 300 invitati.
Lo Schwarzbuch, il libro nero dei contribuenti, elenca le follie di ministri federali e regionali, di sindaci e assessori. Nel quartiere berlinese di Lichtenberg hanno pubblicato un libro di ricette illustrato per riciclare i resti di pane secco, un invito alla parsimonia: mille copie sono costate 11mila 263 euro e 12 centesimi. «Berlino è la capitale dello spreco pubblico», denuncia Reiner Holznager, presidente dell?associazione contribuenti, ma il libro scritto da un cuoco famoso è un peccato veniale in confronto ai 23,7 miliardi di euro stanziati per modernizzare la burocrazia, ma che continua a non funzionare nonostante l assunzione di migliaia di impiegati e l?acquisto di computer più moderni. Nella sola Berlino dal 2016 il numero dei Beamte, i funzionari, è cresciuto del 46 per cento, ma la capitale ha l’amministrazione peggiore della Germania. La metropoli è in rosso per quattro miliardi di euro, ma in luglio l?amministrazione ha voluto il biglietto per bus e metro a 29 euro al mese, una decisione populista dei socialdemocratici che costerà ai contribuenti berlinesi 300 milioni di euro. Ma i servizi pubblici sono sempre meno efficienti.
Non è colpa dei dipendenti, o almeno non sempre. Sono sommersi da leggi e norme, nazionali e europee, che complicano il lavoro. Rendono la vita sempre più difficile a me, berlinese d?importazione, il che è trascurabile. Hanno appena installato le colonnine per pagare il parcheggio nel mio quartiere, che non ha centri commerciali o attrazione turistiche, non so quanto siano costate, entreranno in funzione a dicembre. La procedura per ottenere la vignette per i residenti è complessa, da compiere online sperando di non sbagliare, vent?anni fa, in un altro quartiere, bastò una telefonata.
Gli ostacoli burocratici costano miliardi alle grandi e piccole imprese. Una piccola azienda d?artigiani dovrebbe garantire che il legno importato non provenga da una foresta in pericolo. Una pratica per garantire la sostenibilità di un lavoro e la sicurezza che non sia dannoso per l?ambiente dura in media tre mesi. I costi supplementari rendono il Made in Germany sempre meno concorrenziale, l?industria ha perso 300mila addetti, e il pil diminuisce da due anni.
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