Si è conclusa l’ultima fase della procedura con avviso pubblico per la vendita all’asta della ex filiale della Banca d’Italia alla Spezia. Il prezzo finale è di circa 2,7 milioni di euro e ad aggiudicarsi l’incanto è stato un fondo di investimento estero rappresentato nell’occasione da un avvocato, che ha mantenuto il massimo riserbo sul nome della società. L’esito della gara verrà ora sottoposto agli organi deliberanti dell’istituto per poi procedere all’assegnazione e la stipula del contratto di compravendita avverrà dopo le verifiche di rito sul conto dell’acquirente, che, stando a quanto appreso in via ufficiosa, dovrebbe essere una realtà iscritta al registro imprese del governo britannico.
Quel che è certo è che l’obiettivo è quello di trasformare l’ex sede della Banca d’Italia in un albergo a 4 o 5 stelle. Un obiettivo ambizioso, visto che dovrà essere verificato il rispetto dei numerosi vincoli posti dalla Soprintendenza sull’immobile da punto di vista architettonico e che nelle immediate vicinanze non ci sono gli spazi per realizzare un parcheggio al servizio della struttura. E l’ipotesi di ricavare gli stalli nei sotterranei che ospitavano il caveau, allo stesso modo, appare poco percorribile ed efficace, se si considera che si stima la possibilità di realizzare un massimo di sei posti auto.
All’asta che si è svolta a Roma aveva partecipato anche la Camera di commercio, con l’intenzione di acquisire l’immobile per adibirlo a nuova sede spezzina dell’ente. L’iniziativa era stata approvata dalla giunta camerale, ma per poter partecipare compiutamente all’incanto effettuando i rilanci l’ente di Piazza Europa aveva bisogno di una autorizzazione da parte del ministero dell’Economia e delle finanze che non è arrivata in tempo. E così i rappresentanti della Camera di commercio hanno potuto solamente presentare l’offerta per accedere alla procedura, senza però poter ribattere alle offerte crescenti del concorrente.
L’obiettivo, che per ora ritorna in un cassetto, era quello di portare in centro città, in un edificio dall’indubbio pregio storico e architettonico, servizi e funzioni, in controtendenza con quanto si è visto negli ultimi decenni con il trasferimento di molti uffici pubblici verso le zone più periferiche della città.
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