Ultima mossa del Comitato No al CPR nel Golfo Dianese: una cordata per acquistare la Camandone.
Sindaci del Golfo vogliono comprare la Camandone per “bloccare” il CPR
Tutti e sette i Comuni del Golfo Dianese uniti per acquistare l’ex caserma- situata sul territorio comunale di Diano Castello- , inserita dal Ministero dell’Interno, retto da Matteo Piantedosi, tra i siti che potrebbero ospitare un Centro di Permanenza per il Rimpatrio in Liguria e, in questo modo, scongiurare la nascita della struttura destinata ai migranti in attesa di espulsione dal territorio nazionale. Questo è quanto emerso dalla riunione che si è tenuta il 18 ottobre nella sala Consiliare del comune di Diano Marina, alla presenza non solo dei sindaci del Golfo Dianese, ma anche dei cittadini e dei referenti delle associazioni di categoria. A dare la notizia il sindaco di Diano castello, Romano Damonte, con una nota stampa.
Il tutto si inserisce nella querelle iniziata dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, vicepremier e leader della lega Matteo Salvini che, a margine della sua visita elettorale in riviera, ha dichiarato che «un CPR lo vorrebbe sotto casa». L’affermazione del leader leghista aveva, nei giorni scorsi, suscitato la pronta reazione del Comitato che aveva invitato il ministro a dare il buon esempio e, in sostanza, a procedere pure.
La Camandone, una volta acquistata, sarebbe invece impiegata come volano per lo sviluppo economico e turistico del Golfo Dianese, come per altro certifica una delibera datata 2012 che destina a tale scopo l’ex struttura militare. E le ragioni del “NO” al CPR di sindaci e associazioni di categoria sono da ricercare principalmente proprio nella forte vocazione turistica del Golfo Dianese, un asset fondamentale per il tessuto del territorio che secondo il Comitato verrebbe pesantemente danneggiato dalla struttura.
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