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Nessuno sconto di pena per il pentito Pietro Paolo Venosa, 53nne di San Cipriano d’Aversa, fratello di Raffaele e Salvatore Venosa (anche loro collaboratori di giustizia), affiliati al clan dei Casalesi nell’omonima fazione, coinvolti nell’omicidio del fioraio Luigi Diana, freddato a fucilate nei pressi del cimitero sanciprianese il 29 maggio 1992.
La prima sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Barbara Casaselice, si è pronunciata sul ricorso proposto da Venosa avverso l’ordinanza del gip del Tribunale di Napoli, che in veste di giudice dell’esecuzione aveva rigettato il riconoscimento del vincolo della continuazione tra due sentenze emesse dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, rispettivamente riguardanti la partecipazione al clan dei Casalesi con condotta perdurante dal 1991, nonchè estorsioni commesse nel 2013.
Avverso tale pronuncia ha presentato ricorso alla Suprema Corte, il pentito per mezzo del suo legale lamentando vizi di motivazione. A parere del difensore di Venosa, “il giudice dell’esecuzione non avrebbe tenuto in considerazione la documentazione offerta concernente il riconoscimento del vincolo della continuazione tra fatti commessi dagli anni ’90 al 2012 per i familiari del collaboratore di giustizia. Pietro Paolo Venosa, divenuto collaboratore ha chiarito di aver preso parte al clan dei Casalesi dal 1992 al luglio 2023 senza soluzione di continuità avendo continuato a far parte del medesimo sodalizio fazione Venosa coi suoi familiari, costola del clan madre che si occupava di estorsioni e di recupero crediti i cui introiti erano riversati nelle casse del sodalizio. I reati di estorsione quindi sono reati fine del sodalizio eseguiti per reperire fondi per l’associazione e per attuare il controllo del territorio da parte del clan”.
Per la Cassazione il ricorso è inammissibile, “non è configurabile la continuazione tra il reato associativo e quei reati fine che pur rientrando nell’ambito delle attività del sodalizio criminoso ed essendo finalizzati al suo rafforzamento, bon sono programmati ab initio, perchè legati a circostanze ed eventi contigenti e occasionali”.
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