Firenze si appresta ad accogliere il G7 sul turismo, evento di rilievo internazionale che rischia, ancora una volta, di concentrare l’attenzione solo sul marketing territoriale. Sindacati e associazioni temono che i veri problemi della città, come l’accesso alla casa e la qualità della vita per residenti, studenti e lavoratori, restino fuori dall’agenda dei partecipanti. Per la popolazione locale, viene spesso riservato poco spazio, con incontri separati e una rappresentanza minoritaria rispetto agli esponenti dell’industria turistica, nonostante il peso delle conseguenze negative sull’abitare e sui costi della vita superi ormai il beneficio economico per la comunità.
Progetto Firenze: la crisi abitativa in Toscana è reale e impellente
L’associazione Progetto Firenze ha realizzato uno studio che mette in evidenza i costi sociali ed economici dell’attuale modello turistico nella regione. Il turismo “come un locale”, seppur apparentemente positivo, ha portato un’impennata degli affitti brevi e dei costi abitativi, colpendo le comunità locali. I dati evidenziano una correlazione diretta tra la diffusione degli affitti brevi e l’aumento dei canoni di locazione, fattore che rende la situazione abitativa sempre più difficile.
Numeri della crisi abitativa in Toscana: una situazione ai limiti
In Toscana, oltre 220.000 famiglie affrontano un’emergenza abitativa. La regione si colloca tra le prime in Italia per esecuzioni con forza pubblica, con circa 6.902 richieste nel 2023. Anche l’accesso alle case popolari è estremamente limitato, con un aumento dei costi degli affitti nei capoluoghi di provincia del 15% e canoni medi per bilocali che superano gli 800 euro mensili. L’analisi dei dati più recenti rivela come l’emergenza non si limiti ai centri urbani, ma coinvolga anche molte realtà periferiche.
Le richieste dei sindacati e delle associazioni: un appello alla Regione
Cgil Toscana, Federconsumatori e Sunia chiedono un intervento urgente della Regione per regolamentare la proliferazione degli affitti brevi. I sindacati propongono modifiche legislative che conferiscano ai Comuni la possibilità di distinguere l’uso residenziale da quello turistico, soprattutto nelle aree a forte pressione abitativa. Dopo quasi due anni di discussioni, chiedono ora un impegno concreto per limitare l’impatto negativo della turistificazione.
Il ruolo del Governo nella crisi abitativa: assente nel Bilancio 2025
La legge di stabilità del 2025 varata dal governo Meloni non prevede alcun finanziamento per alleviare la crisi abitativa che colpisce quasi 1,9 milioni di famiglie in povertà assoluta. Non sono previsti fondi per sostenere i canoni di affitto, evitare la morosità incolpevole o sviluppare nuove strutture abitative pubbliche. L’unico provvedimento governativo, il cosiddetto “decreto salva casa”, è visto dai critici come un incentivo a sanatorie e deregolamentazioni immobiliari, favorendo solo chi trae profitto dalle rendite parassitarie.
L’attesa per il G7 sul turismo a Firenze porta con sé poche speranze per un cambiamento concreto: senza regolamentazioni adeguate, il rischio è che resti solo un’altra passerella di intenti.
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