Per il quarto anno consecutivo Cgil e Uil indicono uno sciopero generale contro la manovra del governo. Il primo fu contro Draghi, gli altri tre contro Meloni. E per il quarto anno di fila la Cisl rompe l’unità confederale proseguendo nella sua deriva governista che l’ha portata a lodare la legge di Bilancio di Giorgetti perché «le nostre priorità sono diventate risultati».
Landini e Bombardieri, una coppia sindacale oramai consolidata e affiatata, ne hanno spiegato le ragioni in una lunga conferenza stampa in cui hanno mostrato di «aver aspettato di studiare il testo della legge di Bilancio depositata in parlamento» e fatto le loro «radicali controproposte». La convocazione a palazzo Chigi il 5 novembre – inizialmente sembrava destinata ai metalmeccanici su Stellantis – sarà l’occasione per illustrarle: «Dovessero ascoltarci, rivediamo lo sciopero», precisa Bombardieri per risultare «responsabili» sapendo che non accadrà perché «il governo ha già annunciato che nel passaggio parlamentare potranno essere fatti solo piccoli ritocchi al massimo per 100 milioni per gli emendamenti», ricorda Landini.
L’ANNO SCORSO LA SCELTA CADDE su scioperi macroregionali per «rimanere su tv e giornali per più giorni». Lo schiacciamento mediatico delle posizioni sindacali ha portato a decidere per quest’anno di tornare alla giornata unica – venerdì 29 novembre – seppur con manifestazioni ancora a carattere territoriale.
L’attacco al governo è frontale. Si parte dal «contributo di solidarietà alle banche che in realtà è un prestito sulla spesa corrente e quegli stessi soldi saranno restituiti allo stesso modo – spiega Bombardieri – mentre i lavoratori della Pa devono chiedere un prestito alle banche per avere il loro Tfr, cioè loro salario differito».
ANCHE IL TAGLIO al cuneo fiscale è contestato totalmente: «Siamo stati noi ad ottenerlo scioperando nel 2021 contro il governo Draghi – ricorda Landini – ma faccio notare che lo stanno già pagando i lavoratori con gli interessi: costa 12 miliardi mentre quest’anno il gettito Irpef è aumentato di 15 miliardi, cioé la tassa che al 90% è pagata da lavoratori dipendenti e pensionati».
Per il resto «la manovra è fatta di tagli alla spesa sociale e oramai anche i bambini capiscono che l’aumento dei fondi della sanità è una presa in giro perché nel frattempo il costo della vita è aumentato di più e in percentuale al Pil, riferimento usato in tutto il mondo, scende come mai», spiega Bombardieri.
Mentre i sindacati dei pensionati sono in piazza – ieri a Milano e Bologna – il capitolo previdenza della manovra viene sviscerato citando la restrizione dei paletti per Opzione Donna («le domande sono passate da 25mila a 2 mila») e Quota 103: «La verità è che stanno innalzando l’età pensionabile in modo surrettizio incentivando a rimanere al lavoro oltre i 70 anni», attacca Landini.
Il tutto accade mentre «la precarietà dilaga» e «siamo al 19esimo mese consecutivo di diminuzione della produzione industriale». Lo sciopero generale perciò è il momento finale di «una mobilitazione che ha già portato in piazza metalmeccanici, chimici, lavoratori pubblici e pensionati».
LA CONTROMANOVRA di Cgil e Uil parte dal «smettere di tagliare una spesa sociale già troppo ridotta e agire sul fronte dell’entrate». Lo slogan «andare a prendere i soldi dove sono» si declina «nel copiare Francia, Spagna e Inghilterra nel tassare gli extraprofitti, rendite e imposte di successione»: «ci ricordiamo benissimo chi l’ha azzerata e ora basterebbe tassarla come in Francia allo 0,74% per avere a disposizione ben 14,8 miliardi», spiega Bombardieri, «oppure applicare l’aliquota al 43% sui dividendi per ottenere un gettito di 3,3 miliardi», infine «una rimodulazione dell’Ires con passaggio dell’aliquota dall’attuale 24 al 29% per avere altri 12 miliardi», illustra il segretario della Uil.
«La nostra mobilitazione non è solo contro la legge di bilancio – specifica invece Landini – scendiamo in piazza anche contro il Collegato lavoro che aumenta la precarietà e rende possibile dirsi imprenditore anche se non si assume neanche un lavoratore ma solo interinali e contro il decreto Sicurezza che prevede l’arresto per chi manifesta contro la chiusura della propria fabbrica dimenticando che se in Italia tante fabbriche sono ancora aperte è per merito delle proteste e dei blocchi fatti dai lavoratori», conclude il segretario della Cgil.
A rispondere a Cgil e Uil è prima la Lega: «Due sindacati di estrema sinistra (sic) scioperano contro l’aumento dello stipendio per 14 milioni di dipendenti fino a 40mila euro di reddito?» e la Cisl che contesta a Landini la frase «se altre organizzazioni pensano che il compito sia dire sempre al governo “come sei bravo e bello”, io invece penso che bisogna tutelare gli interessi dei lavoratori», con Sbarra «offeso» che chiede al segretario Cgil di «smetterla di fare da traino ad un’opposizione politica che non ha bisogno di collateralismi».
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