Arrestato il 51enne Paolo Paoletti, ai domiciliari la consulente del lavoro e la direttrice amministrativa. Gli addetti di 5 punti vendita pagati 4 euro l’ora e con solo due settimane di ferie, chi protestava veniva licenziato
CATANZARO Quattro euro l’ora, restituzione in contante di parte dello stipendio, due settimane di ferie l’anno e, qualora il dipendente si fosse fatto male sul lavoro, avrebbe dovuto sostenere di essersi ferito a casa. C’è quanto basta per recriminare su un sistema di soprusi cui erano sottoposti 60 dipendenti di cinque attività commerciali del Catanzarese (Montepaone, Soverato e Chiaravalle centrale), costretti anche a lavorare in luoghi che non rispettavano le norme di sicurezza.
Gli abusi contro i lavoratori sono stati accertati da un’inchiesta della procura di Catanzaro che ha ottenuto dal gip cinque provvedimenti cautelari per altrettante persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, estorsione, falsità ideologica in atto pubblico. In carcere è finito Paolo Paoletti, 51 anni, titolare delle aziende, mentre alla consulente del lavoro Anna Valentini, 52 anni e alla responsabile amministrativa delle aziende, Maria Teresa Panariello, 52 anni, entrambe di Avellino, sono stati concessi gli arresti domiciliari. Obbligo di dimora nel comune di residenza per i due responsabili dei punti vendita, Antonio Citriniti, 51 anni e Paolo Giordano, 52 anni.
L’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro ha scardinato il muro di silenzi cui erano sottoposti i dipendenti che, per necessità, hanno dovuto subire per anni una precarietà economica e il divieto assoluto di lamentarsi sulle condizioni finanziarie e sui metodi di lavoro che superavano le 50 ore settimanali. Se qualcuno dei dipendenti avesse solo osato lamentarsi per quelle limitazioni su di lui si abbatteva la scure del licenziamento. Quando qualcuno dei lavoratori subiva un infortunio sul lavoro, tanto da rendersi necessario una visita ospedaliera, avrebbe dovuto mentire affermando di essersi fatto male in casa, impedendo così di ottenere le tutele previdenziali con relativi risarcimenti.
L’attività della Guardia di finanza ha permesso di verificare come il consulente del lavoro e la responsabile amministrativa dei 5 supermercati, abbiano, su richiesta del responsabile delle aziende, redatto contratti di lavoro apparentemente part-time e false buste paghe che non riportavano le reali ore di lavoro effettuate dai dipendenti. I finanzieri hanno proceduto anche al sequestro di due società di capitali.
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