Padre contro figlio, fratello contro fratello. E’ la violenza familiare a emergere nella causa per lesioni intentata da un sassarese 61enne a carico del proprio genitore e del suo parente più stretto che, secondo l’imputazione, lo hanno colpito con calci, pugni e un bastone nel 2020 a casa della madre. In udienza, ieri in tribunale a Sassari, la pm Ilaria Achenza ha ricostruito l’episodio specifico ma anche un clima di livore comune accentuato dalla convivenza forzata tra gli ex coniugi dopo la separazione.
Fino all’episodio in cui il genitore 93enne chiama a soccorso l’altro figlio, 59enne, perché non sarebbe stato fatto entrare nell’abitazione dove era “ospite”. Da quel momento nasce una colluttazione che vede protagonista pure il 93enne il quale, insieme al 59enne, si sarebbe accanito sul figlio maggiore procurandogli ecchimosi e contusioni alle costole procurate utilizzando pure il bastone che l’ex coniuge usava per deambulare.
La pm ha chiesto 7 mesi di reclusione per il figlio minore e 6 per il genitore, istanze su cui ha concordato l’avvocato di parte civile Bruno Conti che ha ricordato l’indole aggressiva del 93enne e del figlio imputato e il fatto che, in casa, l’anziano non pagasse le spese di locazione, tutte sostenute dalla donna. Madre ed ex moglie, nel frattempo deceduta, che il legale sottolinea essere stata sempre lucida e seguita da un amministratore di sostegno a cui aveva riferito della complessa situazione. Lidia Marongiu, avvocata della difesa, ha posto dei dubbi sull’attendibilità della parte offesa e ripercorso una serie di presunti comportamenti attuati ai danni del padre, dall’essere lasciato fuori di casa alle minacce di farlo mangiare alla Caritas. La giudice Silvia Masala ha disposto le repliche e la sentenza per novembre.
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