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Ecobonus verso la proroga al 2025? Novità sulla detrazione per il risparmio energetico #finsubito prestito immediato


Proroga dell’ecobonus anche nel 2025? In attesa di novità ufficiali, si susseguono le ipotesi sulla detrazione del 50 e 65 per cento per i lavori volti al risparmio energetico. Dalle regole attuali alle misure in campo, un’analisi della situazione prevista

Proroga dell’ecobonus anche nel 2025?

Attualmente, la scadenza per fruire della detrazione fiscale dal 50 al 65 per cento per i lavori volti al risparmio energetico è ancorata alla data del 31 dicembre 2024.

Dalla Legge di Bilancio del prossimo anno si attendono novità, nell’ottica di incentivare i lavori di riqualificazione energetica degli edifici e con il fine di interrcettare gli ambiziosi obiettivi della direttiva UE Case Green.

Se per quel che riguarda il bonus del 50 per cento per le ristrutturazioni sono arrivate conferme su una proroga, anche se limitata ai lavori sulle prime case, ad oggi è ancora incerto il destino dell’ecobonus per il 2025.

Facciamo quindi il punto delle regole vigenti e delle ipotesi in campo.

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Ecobonus 2025, ancora nessuna novità sulla proroga

L’approvazione del DdL di Bilancio 2025 da parte del Governo è stato il primo passaggio per l’individuazione delle novità che interesseranno i bonus edilizi dal prossimo anno.

Se dal MEF è arrivata la conferma di una proroga selettiva per il bonus ristrutturazione del 50 per cento, limitata ai lavori sulle prime case, e del bonus mobili, per quel che riguarda le ulteriori detrazioni in materia edilizia mancano al momento conferme.

L’attenzione è concentrata sulla possibile proroga dell’ecobonus, agevolazione che stando alle regole attuali è in scadenza il 31 dicembre 2024. Si tratta della detrazione fiscale introdotta dalla legge finanziaria 2007, attualmente disciplinata dall’articolo 14 del decreto legge 63/2013 e che negli anni è stata più volte rinnovata e ritoccata.

Obiettivo della misura è di incentivare i lavori volti alla riqualificazione energetica degli edifici esistenti e tra le spese ammesse vi rientrano, ad esempio, quelle relative alla sostituzione di finestre, infissi, così come all’installazione di caldaie e pompe di calore ad alta efficienza.

Una misura che quindi risulta centrale per favorire i lavori edilizi che puntano ad un risparmio energetico e alla riduzione dei consumi, e che è in linea con gli obiettivi fissati dalla direttiva Case Green. Ed è proprio alla luce degli obblighi UE che si ipotizza una proroga dell’ecobonus anche per il 2025, ma al momento non vi è nulla di certo.

Ecobonus 2025, come potrebbe cambiare? Dai certificati bianchi alla domanda preventiva

Se quindi il rinnovo dell’ecobonus consentirebbe di perseguire il fine di agevolare i lavori di riqualificazione energetica, la “struttura” dell’agevolazione per il prossimo anno è ancora tutta da definire.

Dal Piano Strutturale di Bilancio arrivano alcune anticipazioni sulla nuova possibile struttura dei bonus casa, con l’ipotesi di una riduzione del peso delle detrazioni fiscali.

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La direzione tracciata dal Piano Strutturale di Bilancio appare chiara e tra i punti che meritano attenzione vi è l’intento di adozione di misure che favoriscano e creino:

“un mercato per i certificati bianchi per il settore residenziale civile per incentivare gli interventi più efficienti e ridurre il ruolo delle detrazioni fiscali”.

Cosa sono quindi i certificati bianchi, strumento con il quale le famiglie potrebbero trovare a doversi interfacciare? Si tratta in sostanza di titoli, trasformabili in denaro (e quindi monetizzabili), ai quali è possibile accedere in caso di lavori che consentono di ridurre i consumi energetici.

Ad oggi si tratta di uno strumento utilizzato per lo più in ambito industriale, infrastrutturale e ad esempio nel settore dei trasporti, ma è già possibile accedervi anche per i lavori effettuati in ambito residenziale.

Il meccanismo d’accesso è però particolarmente complesso, fattore che rende il sistema dei certificati bianchi poco attrattivo rispetto alle detrazioni fiscali.

La direzione delineata dal Governo è però chiara ed è evidente l’intento di introdurre sistemi di controllo ex ante. All’ipotesi dei certificati bianchi nel corso delle ultime settimane si è affiancata quella di agevolazioni richiedibili a domanda, anche con il fine di monitorare al meglio il flusso di cassa per lo Stato.

Come funziona oggi l’ecobonus: detrazione dal 50 all’85 per cento

A sciogliere i dubbi sul destino dell’ecobonus nel 2025 sarà solo il via libera alla Legge di Bilancio per il prossimo triennio che, come noto, arriverà entro la fine dell’anno.

Fare un quadro delle regole previste ad oggi è in ogni caso utile anche per valutare l’impatto delle modifiche che potrebbero approdare nella Manovra.

A livello pratico, fino al 31 dicembre 2024 con l’ecobonus è possibile portare in detrazione fiscale dal 50 al 65 per cento, e fino all’85 per cento per i condomini, le spese sostenute in relazione a specifici interventi ammessi all’agevolazione. La detrazione IRPEF o IRES va quindi richiesta in dichiarazione dei redditi ed è ripartita in 10 quote annuali di pari importo.

Fino a qualche anno fa, l’ecobonus spettava per tutti i lavori al 65 per cento delle spese. Successivamente è stata introdotta una differenziazione nella misura dello sconto IRPEF riconosciuto, sulla base delle diverse tipologie di lavori incentivati.

Partiamo quindi dal vedere qual è l’elenco delle spese ammesse all’ecobonus del 65 per cento ed i relativi limiti di spesa.

Elenco lavori ecobonus 2024 Definizione Detrazione massima Aliquota Detrazione
Riqualificazione globale Riqualificazione energetica globale 100.000 euro 65 per cento
Involucro edilizio Coibentazione di strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti) 60.000 euro 65 per cento
Collettori solari Installazione di collettori solari termici 100.000 euro 65 per cento
interventi di climatizzazione invernale e produzione acqua calda sanitaria con installazione sistemi di termoregolazione evoluti 30.000 euro 65 per cento
caldaie a condensazione su parti comuni di edifici condominiali o su tutte le unità immobiliari in condominio 30.000 euro 65 per cento
sostituzione integrale o parziale di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di aria calda a condensazione 30.000 euro 65 per cento
sostituzione integrale o parziale di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza 30.000 euro 65 per cento
microcogeneratori 100.000 euro 65 per cento
sostituzione scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore 30.000 euro 65 per cento
sistemi di building automation 15.000 euro 65 per cento

L’ecobonus spetta invece nella misura del 50 per cento per le seguenti categorie di interventi:

  • l’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi;
  • l’acquisto e posa in opera di schermature solari;
  • l’acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili;
  • la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A o con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (spetta, invece, la maggiore detrazione del 65% se le caldaie, oltre a essere almeno in classe A, sono anche dotate di sistemi di termoregolazione evoluti).

Per quel che riguarda i lavori sulle parti comuni dei condomini, la detrazione può arrivare fino al 75 per cento delle spese, per un importo massimo ammesso pari a 40.000 euro per ciascuna unità immobiliare dell’edificio. Se congiuntamente si eseguono anche lavori di riqualificazione antisismica, l’ecobonus può inoltre passare all’80 o all’85 per cento della spesa.

Queste, in sintesi, le regole relative alle spese sostenute fino alla fine dell’anno. Sulla proroga per il prossimo anno, così come sulla struttura stessa dell’agevolazione, si resta in attesa di novità.



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