Finita la stagione dei bonus il gruppo guidato da Anna Marras rilancia con progetti di smart living nel condominio, gestione dei pannelli fotovoltaici e supporto a comunità energetiche. E le acquisizioni all’estero, dagli Usa al Brasile
Definitivamente chiusa la stagione degli incentivi statali, in Italia rimangono ancora tanti edifici da riqualificare. Qui punta con decisione Acrobatica: impianti fotovoltaici sopra i tetti dei palazzi, smart living, comunità energetiche. Ma non c’è solo questo nel futuro della ex Edilizia Acrobatica. Un’Academy interna che si apre alle aziende, assunzioni anche di restauratori per una nuova area di business e tanto sviluppo all’estero.
Sono questi alcuni dei progetti emersi durante un incontro a porte chiuse a Milano dove i vertici del gruppo, la ceo Anna Marras e le prime linee di manager, hanno incontrato azionisti, investitori, imprese partner e clienti.
La fine delle agevolazioni fiscali, in particolare quelle legate al Superbonus 110% ma anche il Bonus facciate al 90%, ha sgonfiato i bilanci dell’intero settore e ridotto nel primo semestre di quest’anno il fatturato della controllata Acrobatica Energy, sceso a solo mezzo milione di euro mentre un anno prima era sopra i 15 milioni.
Che fare in questo scenario? La scelta del gruppo è molto netta: si raddoppia l’impegno (e la scommessa) nel settore della riqualificazione energetica degli immobili. Del resto, è proprio l’Enea nel suo Rapporto annuale sulla certificazione degli edifici a spiegare come per la prima volta nel 2023 la percentuale di case in classe energetica F e G (le meno efficienti) sia scesa sotto il 50%, mentre un’indagine di Nomisma rivela che sette proprietari di casa su dieci pianificano una ristrutturazione entro dieci anni.
L’iniziativa
Così, per dare continuità al Superbonus è nata Acrobatica Smart Living, newco realizzata con Italsoft, una realtà italiana attiva nel campo delle asseverazioni fiscali e delle tecnologie abilitanti per l’innovazione. La proposta commerciale va da un subentro nei piani di finanziamento in capo al condominio fino a polizze assicurative studiate ad hoc. Poi ci sono le proposte per fare nascere una comunità energetica nel palazzo con l’autoproduzione di energia (solare), l’inserimento nella rete elettrica nazionale e le forniture di tutti i servizi connessi. Tornando a Energy, c’è anche l’obiettivo di cogliere le opportunità in arrivo dallo sviluppo del fotovoltaico residenziale. In pratica, il gruppo guidato da Anna Marras punta a salire sui tetti per sistemarli (il vecchio business), installare i pannelli che saranno poi mantenuti in funzione, controllati e monitorati dagli operatori e dai «cordisti» di Acrobatica. Sono previsti contratti della durata di 30 anni e l’idea è di rivolgersi anche alle imprese. Da qui un accordo in dirittura d’arrivo con Etica nel sole, società di Torino fondata da Davide Curci attiva nel settore da una quindicina d’anni e con oltre mille impianti già installati tra i tetti dei capannoni industriali o le aree a terra ma dismesse, che tornano a produrre (energia). Il sogno dei manager di Acrobatica? Vedere da un aereo in volo sopra l’Italia, Paese del sole, un numero sempre crescente di tetti con i pannelli in funzione.
«Le persone sono sempre al centro del nostro progetto e del sogno aziendale partito trent’anni fa con l’intuizione di Riccardo Iovino che voleva cambiare il modo di fare edilizia» racconta Anna Marras che si è trovata a guidare l’azienda dopo la morte improvvisa un anno fa del fondatore.
«È il capitale umano che crea il capitale economico». Da qui, il progetto strategico di puntare sulle persone al lavoro nel gruppo, oggi 2.500 ma potrebbero arrivare presto a tremila e toccare addirittura quota diecimila nel giro di cinque anni. Intanto, continuano ad arrivare le candidature (165 mila in totale) e Acrobatica si è strutturata con un modello di Academy che ha erogato nello scorso anno 140 mila ore di formazione, salite già a 100 mila nel 2024.
Ogni collaboratore dedica un giorno al mese al training personale, tra competenze tecniche e abilità relazionali, disegnato sulla singola persona e monitorato come lo sono anche i risultati attesi. «Adesso l’idea è aprire le nostre Academy anche a società terze per erogare corsi», raccontano da Acrobatica. E intanto sono sempre aperte le porte a nuove candidature, in particolare di restauratori da adibire al recupero degli edifici storici.
Devono essere capaci di lavorare su diversi materiali, dalla pietra al legno, dagli stucchi agli affreschi. Largo spazio a donne e ragazze che abbiano voglia di calarsi dall’alto con la tecnica della doppia fune: per loro è stato coniato il termine di WallmanW.
I numeri
Alla crescita del gruppo, che aveva un fatturato di 27 milioni ai tempi della quotazione (2018) e punta a chiudere l’esercizio tuttora in corso sopra i 160 milioni, concorre il mercato estero. Accanto alla storica presenza in Francia (ma non ancora Parigi), Spagna (già attivi nelle principali città) e nel Principato di Monaco, un forte impulso alla crescita del business potrà arrivare da Enigma, società operativa negli Emirati Arabi che vale un giro d’affari di cinque milioni, in crescita. A parere dei manager operativi nel Middle East, non ci saranno impatti negativi dagli scontri militari che stanno incendiando quella regione. Anzi, proprio dall’Arabia Saudita arrivano grandi promesse di crescita con l’impetuoso sviluppo immobiliare atteso da un piano come il Neom 2030, dove è prevista l’apertura di 5.200 cantieri che equivalgono a 746 miliardi di dollari in investimenti. Ma i vertici di Acrobatica, pronti ad annunciare nuove acquisizioni entro la fine dell’anno, guardano anche a Brasile e Stati Uniti come mercati in cui atterrare. Sempre in doppia corda.
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