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Il governo Meloni lancerà una norma che obbliga chi vuole dedurre certe spese dalla dichiarazione dei redditi – quelle di rappresentanza, quindi per pranzi o viaggi di lavoro, ad esempio – a usare metodi tracciabili di pagamento: bonifico o carta di credito. In più, l’esecutivo si è impegnato a far collegare i Pos ai registratori di cassa per limitare l’evasione.
Nella legge di bilancio ci sarà anche una novità mirata a ridurre l’evasione: si tratta della “tracciabilità delle spese come l’utilizzo del taxi o le spese di rappresentanza” per accedere alle deduzioni fiscali. Ad affermarlo è stato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, nella conferenza stampa che ha presentato la manovra. E con lo stesso obiettivo il governo si è impegnato anche a implementare gli scontrini elettronici, facendo collegare i Pos ai registratori di cassa.
Partiamo dal primo punto, quello che riguarda l’utilizzo obbligatorio della carta. Oggi, chi chi effettua delle spese aziendali – come può essere appunto l’uso di un taxi per motivi di lavoro, oppure un viaggio o una cena di rappresentanza – può dedurre quei soldi dalla sua dichiarazione dei redditi, rientrando in parte della somma spesa. Questa possibilità resterà, ma a una condizione: che il pagamento sia avvenuto in modo tracciabile, quindi con carta o tramite un bonifico.
Usare i contanti non sarà vietato, naturalmente, ma chi lo fa non potrà scalare quei soldi dall’Irpef. Perciò, di fatto, pagherà più tasse. È un meccanismo sostanzialmente identico a quello usato per i bonus edilizi: anche in quel campo, in molti casi, le spese per i lavori si possono detrarre solamente se l’intervento è stato pagato con un bonifico parlante (cioè che ha tutte le informazioni necessarie nella causale).
Un secondo aspetto del “piano anti evasione”, collegato al primo, è l’impegno del governo a far collegare i Pos ai registratori di cassa. Nel nostro Paese ci sono circa 3,2 milioni di terminali Pos, ma spesso non sono collegati. Così, i pagamenti non vengono registrati automaticamente come incassi, lo scontrino fiscale può non arrivare, e in questo caso i dati non vengono inviati all’Agenzia delle Entrate e l’evasione resta possibile.
Se invece Pos e registratore fossero collegati, ogni transazione sarebbe registrata in automatico. In questo modo, anche per le spese di rappresentanza di cui si è parlato (i pranzi di lavoro, ecc.), sarebbe più semplice verificare che il pagamento effettuato con la carta di credito corrisponda a una fattura o scontrino del negoziante.
Un passo in più in questa direzione sarebbe introdurre definitivamente lo scontrino elettronico, come fatto in passato con la fattura elettronica per le partite Iva. Se il commerciante è tenuto a fare uno scontrino elettronico, i dati degli incassi arrivano automaticamente all’Agenzia delle Entrate. Così diventa impossibile, di fatto, dichiarare meno di quanto si è incassato.
Non a caso, nel Piano strutturale di bilancio varato dal governo si legge anche l’impegno intervenire su questo punto. Si parla, infatti, di “effettuare un pieno collegamento delle informazioni derivanti dai pagamenti elettronici e dal registro dei corrispettivi“. Il risultato sarebbe quello di “potenziare la tracciabilità, tempestività e capillarità delle informazioni trasmesse dagli operatori all’amministrazione” per quanto riguarda i pagamenti nei negozi, e di “contrastare l’evasione fiscale derivante da omessa dichiarazione”.
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