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Dal bonus ‘neonati’ da mille euro, agli incentivi per le imprese che assumono giovani ma anche ai dipendenti che non vanno in pensione, oltre che la conferma della sforbiciata del cuneo fiscale portando fino a 100 euro in più nelle buste paga dei dipendenti. Il governo Meloni vara la sua ‘terza’ Finanziaria da 30 miliardi di euro lordi, di cui 18 recuperati con “un atteggiamento prudente nella gestione della finanza pubblica”.
La legge di bilancio 2025 approvata dal consiglio dei ministri è stata impostata dal governo per aiutare i redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e per dare uno stimolo contro l’inverno demografico. Per farlo rende strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e la riduzione a 3 aliquote Irpef. Solo questi due provvedimenti costano 15 miliardi di euro.
I bonus per le famiglie
Tra i capitoli di spesa più corposi c’è quello dedicato al supporto alle famiglie che costa circa 1,6 miliardi di euro e che conta una serie di novità a partire dall’arrivo della ‘Carta per i nuovi nati‘ che riconosce 1000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro.
Vengono poi potenziati i congedi parentali all’80%, che passano da due a tre mesi e incrementate le risorse a favore del bonus asilo nido.
Accanto, il rifinanziamento del Fondo di garanzia per la prima casa e del Fondo per le non autosufficienze. Confermata anche il prossimo anno la card spesa ‘Dedicata a te’, con 500 milioni di stanziamento. Sono confermate e potenziate le misure sui congedi parentali. Introdotta anche una “Carta per i nuovi nati” che riconosce 1000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato. La manovra rafforza il bonus destinato a supportare la frequenza di asili nido, anche prevedendo l’esclusione delle somme relative all’assegno unico universale dal computo dell’ISEE.
Quoziente familiare, chi rischia la beffa
Nel compiuto delle detrazioni si terrà conto del numero dei familiari a carico. Più numerosi i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali. Dal riordino delle tax expenditures con l’applicazione del quoziente familiare, dovrebbe arrivare un gettito pari a circa 1 miliardo nel 2025. Tradotto: molti vedranno crescere le tasse.
Busta paga più corposa, di poco e per pochi
Sul fronte fiscale sono quasi 12 i miliardi destinati al taglio del cuneo fiscale e all’accorpamento dell’Irpef a tre aliquote, ovvero il 23% fino a 28 mila euro, il 35% tra 28 mila e 50 mila euro, il 43% sopra 50 mila euro. Con un beneficio in busta paga fino ad un massimo di 100 euro per la platea coinvolta. Inoltre “il credito che arriverà dal concordato potrà dare ulteriori risorse” con cui eventualmente “lavorare sul secondo scaglione, il famoso scaglione 35%, per venire incontro al ceto medio”, ha fatto presente il viceministro Leo, segnalando intanto l’elevazione della no tax area per i dipendenti allo stesso livello dei pensionati, quindi a 8.500 euro. Le voci per le imprese, tra sgravi fiscali per chi assume i giovani e gli incentivi al Sud, valgono oltre 2 miliardi.
Nel dettaglio tra le misure, il rifinanziamento della Nuova Sabatini, la proroga al 2025 del credito d’imposta per investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno e dell’esonero contributivo a favore dei giovani fino a 35 anni di età e delle lavoratrici svantaggiate. Ancora, vengono detassati per il triennio i premi di risultato, che passano dal 10 al 5%, e viene confermato l’innalzamento del tetto per i fringe benefits per i dipendenti a 1000 euro, che diventano 2000 euro per le famiglie con figli. Soglia più alta anche per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri.
Le pensioni
Sulle pensioni conferme e qualche novità: vengono confermate tutte le misure dell’anno scorso – Ape sociale, Opzione donna e Quota 103 – e viene introdotto un incentivo sul piano fiscale per chi sceglie di restare al lavoro. Viene inoltre garantita la piena rivalutazione degli assegni e delle minime, eliminando il meccanismo di sterilizzazione in vigore.
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I bonus per la casa
Novità anche per la casa con la proroga nel 2025 del bonus ristrutturazioni al 50% per la prima casa e al 36% per le seconde, a cui si accompagna la conferma della proroga del bonus mobili al 50% per mobili e grandi elettrodomestici.
Confermato anche per il 2025 il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro all’anno.
Sacrifici per banche e assicurazioni
Parte delle coperture della manovra verrà dal ‘contributo’ chiesto dal governo a banche (2,5 miliardi) e assicurazioni (1 miliardo). Per quanto riguarda gli istituti di credito si interviene sulle Deferred Tax Asset con la sospensione della deduzione per il 2025 e 2026. Si cambia anche sulle stock options: non più la deduzione già al momento in cui parte il piano di stock options ma solo quando e se c’è l’effettiva assegnazione della partecipazione.
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Le imposte sulle assicurazioni invece pesano sul ramo terzo e quinto – non sulle polizze vita quindi – e prevedono un meccanismo annuale di pagamento dell’imposta di bollo a carico dell’impresa (non più dunque alla scadenza, come ora).
Aumentano spese difesa
A dieta invece i ministeri con una riduzione media del 5% della spesa dei ministeri. Tagli anche a Regioni ed enti locali per circa 1 miliardo ma con un meccanismo di spesa pubblica ”molto più vantaggioso rispetto ai sacrifici degli anni scorsi”, rassicura Giorgetti. Ma le forbici di via XX Settembre non si fermano, raggiungendo “tutto l’universo di enti, fondazioni a vario titolo che ricevono contributi da parte dello Stato” e che ora ”saranno chiamati a rispettare le regole elementari di buona finanza”: così per esempio “gli organi di vertice di partecipate o altro avranno un tetto situato al livello dell’indennità percepita dalla premier”.
Nessun taglio invece per la difesa: per il settore risorse previste in crescita.
Fonte Today.it
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