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Manovra, cosa ha detto Giorgetti in conferenza stampa su nuove tasse e contributi delle banche #finsubito prestito immediato

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Il ministro dell’Economia Giorgetti e il vice ministro Leo hanno spiegato in conferenza stampa in cosa consiste il contributo chiesto a banche e assicurazioni per la prossima manovra: “Per 2 anni sospese le deduzioni delle Dta delle banche”. L’intervento per la legge di Bilancio ammonterà ad oltre 3,5 miliardi, nel biennio 2025-2026. “Non ci saranno nuove tasse, mi dispiace deludere le attese”, ha ribadito il ministro.

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Il governo chiede sacrifici alle banche, non ai cittadini. È questo il refrain che il ministro Giorgetti ripete in conferenza stampa, presentando le misure contenute nella legge di bilancio approvata ieri sera dal Consiglio dei ministri. Ma nessuna tassa sui cosiddetti extraprofitti degli istituti bancari, cioè i maggiori profitti che gli istituti di credito ricavano dall’aumento dei trassi d’interesse su mutui e prestiti: il governo è intervenuto, come aveva anticipato, chiedendo un contributo sotto forma di intervento sulle DTA (imposte differite attive, pagate dagli istituti per le perdite su crediti e avviamenti). Si parla si un contributo da banche e assicurazioni, per un totale di circa 3,5 miliardi.

Il ministro durante la conferenza stampa ha ribadito che “non ci saranno nuove tasse, mi dispiace deludere le attese. Ci sarà un’attenzione particolare alla famiglia con un nuovo sistema di calcolo delle detrazioni per favorire quelle numerose e il miglioramento di alcuni istituti introdotti lo scorso anno che rafforziamo, tipo i congedi parentali all’80% che vanno da 2 a 3 mesi”. Piuttosto, ha scandito, “c’è attenzione ai redditi medio-bassi che avranno una situazione migliore rispetto alla precedente, nessuno avrà una situazione peggiore”.

Tornando al famoso contributo, “Qualcuno lo chiama ‘extraprofitto'”, “io lo chiamo sacrificio”, ha sottolineato il ministro, spiegando che l’importo stimato per l’applicazione dell’imposta di bollo alle assicurazioni è di un miliardo per il 2025, a cui si aggiungerà il contributo di oltre 2,5 miliardi proveniente dalle banche e quello frutto dei “tagli” nelle spese dei ministeri, con “una riduzione media del cinque per cento delle spese correnti delle amministrazioni dello Stato”. E a chi gli ha chiesto di eventuali reticenze da parte del comparto bancario, Giorgetti ha risposto così: “Credo che la vicenda fosse abbastanza nota, e anche interiorizzata dai mercati, quindi va come è giusto che vada”.

“I sacrifici li fanno le banche, le assicurazioni e le strutture dei ministeri. In tanti la chiamano spending review, chiamatela pure come volete, ma è una riduzione media del 5% delle spese correnti delle amministrazioni dello Stato”, ha ribadito il ministro leghista. E ancora: “Già a Bloomberg avevo detto che, oltre ai pescatori che si svegliano alle 4 e i sacrifici già li fanno, oltre agli operai che si svegliano alle 5 per essere in fabbrica alle 6 e, quindi, i sacrifici già li fanno, in questa manovra ci sarebbero stati altri sacrifici, anche delle banche”.

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Nelle scorse settimane il ministro dell’Economia si era ritrovato in mezzo al fuoco incrociato di maggioranza e opposizioni, che dopo l’intervista rilasciata a Bloomberg avevano interpretato le parole del ministro come l’annuncio di un aumento generalizzato delle tasse per tutti. E se Forza Italia aveva contestato a più riprese l’ipotesi di una tassa sugli extraprofitti bancari, la Lega d’altra parte ritiene giusto chiedere un contributo ai banchieri. Alla fine è stato raggiunto un compromesso che ha messo d’accordo tutti.

“Spero di averlo chiarito”, perché queste parole “sono state strumentalizzate inutilmente dalle opposizioni. Probabilmente sarà delusa dai contenuti di questa manovra”, è la frecciata al ministro a chi lo avevano attaccato. Dal contributo delle banche e delle assicurazioni il gettito atteso è “più di tre miliardi e mezzo, con un riflesso anche sul 2026”, ha spiegato il titolare di Via XX Settembre.

Cosa è il contributo chiesto dal governo a banche e assicurazioni

Ma in concreto qual è l’intervento sugli istituti bancari in manovra? Lo ha chiarito oggi il viceministro Leo in conferenza stampa, spiegando che le banche “hanno appostate le imposte differite attive, che danno la possibilità di deduzione nel corso del tempo, sospendiamo la deduzione per gli anni 2025 e 2026”, ha detto. Di fatto si rinvia l’utilizzo di alcuni sconti fiscali (le DTA appunto) a dopo il 2027, a fine legislatura. I 3,5 miliardi sono dunque un anticipo di liquidità, spalmati su un biennio.

Il sacrificio che le banche sono tenute a fare per contribuire alla legge di Bilancio riguarda anche le stock option: “Sui piani di stock option con la disciplina attuale al momento in cui si avvia c’è già la deduzione per l’impresa, noi differiamo la deduzione al momento in cui c’è l’effettiva assegnazione della partecipazione, quindi laddove c’è un’assegnazione che generi differenziale positiva c’è deduzione, se è negativo non c’è deduzione”, ha detto Leo.

Dunque, secondo quanto spiegato dal ministro Giorgetti e dal vice ministro Leo in conferenza stampa, i provvedimenti non comportano un aumento della tassazione ma non sono altro che un anticipo della liquidità allo Stato, attraverso la sospensione delle deduzioni sulle Dta e le stock option. A differenza di quanto previsto per le assicurazioni, per le quali è prevista un’imposta di bollo per 1 miliardo di euro sul 2025.

Soddisfatte Lega e Forza Italia

Già ieri sera, subito dopo l’approvazione della manovra in Cdm, Salvini aveva cantato vittoria, rivendicando il risultato ottenuto: “Previsti in manovra economica 3,5 miliardi da banche e assicurazioni da investire in sanità, come la Lega ha sempre auspicato”.

E oggi Tajani ha rimarcato la propria soddisfazione per la soluzione: “Sono molto soddisfatto che abbia prevalso il principio del libero mercato e della scelta di non imporre nuove tasse. Abbiamo ottenuto che l’azione delle banche a sostegno della manovra non fosse frutto di un’imposizione dall’alto e non fosse una tassa su extraprofitti. Non so cosa significhi extraprofitto, forse nei regimi dittatoriali si definisce extraprofitto. Invece grazie a un lavoro concreto di dialogo con banche e assicurazioni abbiamo avuto la possibilità di poter utilizzare 3,5 miliardi con un accordo”. Un accordo che “è un messaggio chiaro anche ai mercati, perché un’imposizione avrebbe spaventato i mercati”. E su questo, ha proseguito, “siamo stati ascoltati innanzitutto dal presidente del Consiglio, che ringrazio, e dal ministro Giorgetti”.





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