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Tanta rabbia. Questo quello che emerge dello stato d’animo di Giuseppe Masciari, imprenditore nel settore edile di 65 anni, che da quasi 30 ha lasciato tutto, imprese al lavoro in Italia e all’estero, e vive sotto scorta in località protetta, dopo che nel 2010 è uscito dal programma speciale di protezione. Tutto perché, da giovane imprenditore del mattone e figlio d’arte, tra gli anni 80 e i 90 non si era rassegnato a sottomettersi al volere delle cosche che controllano il catanzarese, mentre il suo giro d’affari in Italia e all’estero andava crescendo sempre di più. E si era rivolto denunciando le minacce e gli attentati subiti, alla magistratura.
Nova: la rabbia di Masciari e i tanti ospiti
A organizzare la partecipata serata in aula consiliare a Nova Milanese, era Antonio Lombardo, neo presidente della commissione legalità e anti mafia a Paderno Dugnano, in collaborazione con il Comune di Nova e il Comune di Paderno. All’iniziativa, in un sabato sera di ottobre, hanno preso parte nel pubblico diverse autorità di entrambe le città, a riprova di quanto sia sentito il tema della ‘ndrangheta in questi centri lungo la direttrice del Villoresi. C’erano il sindaco di Nova, Fabrizio Pagani, la sindaca di Paderno Anna Varisco, la vice sindaca Antonella Caniato e i presidenti del consiglio comunale Orazio Frattaruolo e Daniela Caputo, quest’ultima anche delegata alle Infrastrutture e Metrotranvie per Città Metropolitana, più diversi assessori e consiglieri comunali di entrambe le città organizzatrici e tanti semplici cittadini.
Nova: la rabbia di Masciari 4 la sua vicenda umana e professionale
Masciari ha raccontato la propria vicenda umana e professionale, di marito di una specialista odontoiatrica che a sua volta aveva uno studio avviato, padre di due figli, a una platea sempre più assorta e turbata, con toni anche concitati e drammatici. Per un caso unico in Italia di imprenditore con aspirazioni anche internazionali, costretto a chiudere tutto al culmine dell’espansione, per avere denunciato le vessazioni ricevute e in fuga in giro per l’Italia ormai da quasi 30 anni.
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