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diAlessio Di Sauro
Battaglia legale dopo l’ingiunzione di Palazzo Marino agli storici centri sportivi nell’immensa e frammentata area della periferia Est. La Sporting Corvetto: «Palazzo Marino si nega». Il Comune: «Zona da riordinare, dobbiamo riavere i terreni. Il caso ex Karma
Messi alla porta, sfrattati dopo più di 50 anni di attività dal Comune, che punta a riqualificare le aree di suolo pubblico della zona Porto di Mare. La denuncia arriva dalle società sportive del Corvetto, che, assieme a molte altre attività, si sono viste recapitare da Palazzo Marino un’ingiunzione di sfratto e che ora promettono battaglia a colpi di carte bollate. «Siamo qui dal 1971 — è il grido di Alessandra Maria Cantoni, membro del direttivo della Dag Sporting Corvetto di via Fabio Massimo e figlia del fondatore Danilo —. Così si distrugge un patrimonio sportivo e sociale, una vita di investimenti. E il Comune si nega al confronto».
Dieci campi da tennis (e tre da calcetto) che sorgono in un’immensa area alla periferia Est: più di 360 mila mq liquidati nel 2013 al Comune dall’ex Consorzio Milano Cremona Po, per due terzi ancora verde, che connettono i quartieri Rogoredo e Santa Giulia al parco della Vettabbia e a Chiaravalle. Suolo che al momento rappresenta una «terra di nessuno» abbandonata a se stessa ma sulla carta di gran pregio, destinabile a costruzioni di housing sociale e non distante dall’eventuale nuovo stadio del Milan di San Donato.
Un’area dove negli scorsi anni si ipotizzò di trasferire il Palazzo di Giustizia insieme al carcere San Vittore, ora dominata dai terreni acquitrinosi — e non ancora bonificati — dell’ex discoteca Karma confiscati alla criminalità organizzata e in cui decine di capannoni abusivi convivono con società che da mezzo secolo rappresentano un luogo di aggregazione per gli abitanti del Corvetto. Realtà su cui pende ora la minaccia di dovere fare le valigie, dopo l’avviso pubblico diramato l’anno scorso da Palazzo Marino per la raccolta di manifestazioni d’interesse sull’area, conclusosi lo scorso settembre con alcuni gruppi privati che hanno palesato interesse all’acquisizione dei terreni.
Il bando per la concessione delle aree avrebbe dovuto essere indetto già la scorsa primavera: tutto però è fermo a causa della sospensiva disposta dal Tar della Lombardia all’ingiunzione di sfratto ai due centri tennistici, lo Sporting Corvetto e il Tennis dei Pini — quest’ultimo gravato da un problema di falda che ha allagato i 4 campi all’aperto, rendendoli inservibili — che hanno adito la magistratura per opporsi allo sgombero.
Una controversia che il Tar ha rinviato al giudice ordinario, eccependo il vizio di giurisdizione: e però, i nodi rimangono sul tavolo. «Paghiamo un’indennità di occupazione di 50 mila euro, rivalutata annualmente — tuona Cantoni —. Quando il Comune ce lo ha chiesto abbiamo presentato la nostra manifestazione di interesse, spendendo oltre 30 mila euro in avvocati e architetti. In cambio della concessione di sfruttamento del suolo per 30 anni abbiamo presentato un piano di investimenti da 700 mila euro, in aggiunta ai 100 mila che ogni anno spendiamo in ristrutturazioni e manutenzioni dei sistemi di sicurezza. Nessun riscontro, anzi: a novembre ci hanno intimato di liberare entro tre mesi l’area dalle strutture fisse e geodetiche». Il tutto nonostante il Comune non abbia mai concesso in locazione l’area né disposto un affidamento in concessione, limitandosi ad avallare lo status quo dal 2013. «Ci avevano proposto un contratto di locazione di un anno, neanche fossimo studenti in appartamento — lamenta Cantoni —. Così non c’è modo di programmare. Sarei disposta a dialogare con le realtà immobiliari interessate, l’importante è non depauperare un asset sportivo e sociale. L’incertezza ci sta prostrando: tre dei sei maestri di tennis se ne sono andati, la scuola di 70 ragazzi dissolta».
Dal canto suo Palazzo Marino tira dritto, ribadendo il diritto di sgomberare la zona: «L’amministrazione ha interesse a riorganizzare l’intera area di Porto di Mare, finora molto disordinata e frammentata — sottolinea l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi —. Abbiamo da tempo intrapreso un percorso di regolarizzazione delle attività esistenti e di valorizzazione di alcuni immobili, dall’ex Karma alla Cascina Carpana. La loro rifunzionalizzazione non esclude la permanenza di una vocazione sportiva, ma il primo passo è ottenere la piena disponibilità dei terreni».
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