BRUXELLES – “Abbiamo già una serie di programmi di investimento nel bilancio dell’Ue” e “sicuramente dopo la scadenza del Recovery, dovremo vedere come incrementiamo questa capacità nel prossimo Quadro finanziario pluriennale. Non sarò io a guidare questo lavoro ma il commissario al bilancio. Sicuramente quello che sosterrò, è che dobbiamo trovare un modo per finanziare i nostri investimenti, che siano nuove risorse proprie, un contributo maggiore da parte degli Stati o un prestito comune”. Lo ha detto il commissario Ue designato per l’Economia Valdis Dombrovskis nell’audizione di conferma al Pe rispondendo all’Eurodeputata Pd Irene Tinagli.
Dombrovskis è stato incalzato nuovamente da un eurodeputato in audizione al Pe sugli investimenti comuni Ue. “Penso che la questione principale non sia tanto come finanziamo il nostro investimento. Sarebbe anche una domanda molto importante, ma prima di tutto bisogna concordare quanto investimento comune e in quali aree ci servono – ha spiegato -. Perché ovviamente abbiamo le nostre priorità tradizionali, abbiamo una serie di nuove priorità che devono essere finanziate. Quindi questo è l’approccio, in cui, come la commissione suggerisce di seguire, bisogna prima determinare le esigenze di finanziamento e poi discutere sulle esatte possibilità di finanziamento. Si tratta di risorse proprie? di contributi degli stati membri, contributi? di prestiti comuni? Ma il primo argomento importante è decidere cosa vogliamo finanziare e se siamo in grado di concordare cosa e su quali importi. Allora possiamo anche discutere su come esattamente finanziare. E penso che nessuna opzione sia esclusa”.
“Le regole fiscali sono le stesse per tutti gli stati membri e sono pienamente impegnato ad applicarle in modo credibile” e seguo il principio “di parità di trattamento degli stati membri, quindi posso rassicurare su questo”. Ha detto il lettone. “Abbiamo una serie di caratteristiche nelle regole che supportano un’applicazione credibile. Prima di tutto, diamo più margine di manovra agli Stati membri per elaborare le proprie politiche fiscali ben all’interno di un chiaro quadro comune – ha sottolineato -. E questo sosterrà la proprietà e anche, quindi, la conformità. Inoltre baseremo la nostra valutazione su un singolo indicatore operativo, quella crescita della spesa netta, che i governi possono direttamente controllare, e monitoreremo la conformità anche per tutta la durata dei piani strutturali fiscali a medio termine tramite il conto di controllo, anche non consentendo che piccole deviazioni si accumulino nel corso dell’anno. Quindi, da questo punto di vista, ci sono una serie di elementi in atto che aiuteranno questa applicazione credibile e equa”. Quanto a possibili cambiamenti nei piani pluriennali di spesa successivamente alla loro presentazione “ci sono anche delle garanzie contro i rinvii di questo tipo di sforzo fiscale”, ha spiegato.
“Lavorerò insieme al vicepresidente esecutivo Fitto come in questo momento, ad esempio, sto lavorando come vicepresidente esecutivo insieme al commissario Gentiloni“. Rispetto a ipotetiche contrapposizioni “posso dire che durante i cinque anni di questo lavoro e quasi quattro anni di Pnrr non abbiamo avuto scontri. Abbiamo lavorato in uno spirito collegiale e trovando soluzioni e modo di proseguire. Siamo apparsi sempre insieme nei dialoghi con il Parlamento europeo sul Recovery, ed è con questo spirito che intendo continuare questo lavoro”. Ha detto Dombrovskis, interpellato nell’audizione di conferma al Pe su come sarà il lavoro con il vicepresidente designato italiano Raffaele Fitto.
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