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Bonus bebè, cuneo fiscale, bonus casa, fringe benefit, detrazioni per famiglie: guida pratica alla manovra 2025 #finsubito prestito immediato


Una manovra da 30 miliardi che vorrebbe aiutare le famiglie numerose e i redditi medio-bassi. La legge di bilancio per il 2025 presentata dal governo prosegue nel solco delle finanziarie precedenti, confermando diverse misure già sperimentate e rendendo strutturali il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef su tre aliquote. Oltre alla nuova (ma non nuovissima) “Carta nuovi nati”, il pensiero va alle famiglie anche nel riordino delle detrazioni fiscali, per cui sarà introdotto un meccanismo per favorire i nuclei più numerosi. A restare insoddisfatti saranno probabilmente i lavoratori prossimi alla pensione, a cui il governo chiederà su base volontaria di restare più a lungo in cambio di un incentivo fiscale, e soprattutto le banche e le assicurazioni, che si faranno integralmente carico dei nuovi stanziamenti per la sanità.

Il governo ha dato priorità alla conferma del taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef a tre scaglioni, misure a cui ha destinato 14 dei 30 miliardi della manovra. Il taglio del cuneo fiscale diventa strutturale, ma per evitare distorsioni sul fronte contributivo sarà rimodulato: verseranno meno contributi soltanto i dipendenti con reddito fino a 20 mila euro, mentre per quelli fino a 35 mila euro il beneficio consisterà in un aumento delle detrazioni fiscali. Sul piano pratico, l’effetto resterà comunque un guadagno extra di circa 100 euro al mese. È previsto inoltre uno sgravio fiscale decrescente per chi guadagna fra 35mila e 40mila euro. Per quanto riguarda l’Irpef, invece, si rende strutturale l’accorpamento in tre scaglioni già in vigore quest’anno: 23% fino a 28mila euro, 35% fino a 50mila euro e 43% per i redditi superiori. Se le coperture saranno sufficienti, la seconda aliquota potrebbe poi diminuire dal 35 al 33%.

Nel riordino delle agevolazioni fiscali sarà data priorità alle famiglie con più componenti: più è numerosa la famiglia, maggiori saranno gli importi massimi detraibili. Per farlo sarà elaborato un “quoziente familiare” che tenga in considerazione le dimensioni del nucleo e il reddito dichiarato. In particolare, la soglia di reddito oltre il quale diminuisce lo sconto fiscale, attualmente fissata a 120 mila euro, dovrebbe essere rivista al ribasso. I cambiamenti riguarderanno anche le spese mediche e gli interessi passivi sui mutui prima casa, ma in questo caso solo se il finanziamento sarà erogato dal 2025 in poi.

Le famiglie potranno contare anche su nuovi incentivi per la natalità, a partire dal bonus bebè di berlusconiana memoria. La “Carta nuovi nati” destinata ai neogenitori con Isee inferiore a 40 mila euro consisterà in mille euro come sostegno alle spese per la prima infanzia. Si rafforzano anche i congedi parentali e il bonus asili nido, con l’esclusione dell’assegno unico dal computo Isee per la definizione della platea dei beneficiari. Tra le misure sociali c’è poi il rifinanziamento per 500 milioni di euro della carta “Dedicata a te”, destinata alle famiglie con Isee inferiore a 15mila euro.

Per il prossimo anno il bonus ristrutturazioni sarà confermato al 50%, evitando così che da gennaio l’agevolazione fiscale scenda al 36% per tutte le case. Il bonus varrà soltanto per le abitazioni principali, con tetto di spesa a 96 mila euro. Per tutte le seconde case le detrazioni scenderanno invece al 36% e il tetto di spesa sarà fissato a 48 mila euro. Nessun intervento specifico è stato invece previsto sul catasto, ma il ministro Giorgetti ha spiegato che in base alle norme già esistenti chi ha usufruito del Superbonus dovrà aggiornare le mappe catastali. Fuori dalla legge di bilancio resta anche la rimodulazione delle accise, che sarà trattata in Parlamento attraverso un decreto legislativo specifico con l’obiettivo di rispettare gli impegni europei.

Nessuna riforma strutturale sulle pensioni, per cui il governo si è limitato a confermare per il prossimo anno le misure in scadenza: Quota 103, Opzione donna e Ape sociale, tutte già ampiamente ritoccate nella legge di bilancio per il 2024. A queste si dovrebbero aggiungere un lieve aumento delle pensioni minime e l’adeguamento degli importi all’inflazione. La vera novità riguarderà però gli incentivi per chi, avendo raggiunto i requisiti per la pensione, deciderà di restare al lavoro. Il vantaggio dovrebbe consistere in una forma di detassazione sul modello del “bonus Maroni”, valida tanto per il settore privato quanto per il pubblico. Previste anche misure di potenziamento della previdenza integrativa nell’ottica di rendere più sostenibile il sistema pensionistico.

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Per quanto riguarda le misure sul lavoro, la manovra ha confermato la deduzione al 120% per chi assume, percentuale che arriva al 130% per i lavoratori fragili. L’agevolazione sarà spalmata su tre anni, a condizione che vi sia un incremento annuale degli occupati. Incentivi prorogati anche per chi nel Sud assumerà giovani e donne nel biennio 2026-27. Altre conferme riguardano la tassazione agevolata al 5% per i premi di produttività dei lavoratori e il finanziamento dei fringe benefit, con importi maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. La manovra stanzierà anche le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti pubblici.

Le risorse necessarie per finanziare la manovra saranno recuperate grazie a una spending review estesa a tutti i ministeri, che taglieranno le spese del 5%. Un’altra fonte di ingresso sarà il contributo di banche e assicurazioni, che il ministro Giorgetti ha definito “sacrificio”: da loro dovrebbero arrivare 3,5 miliardi di euro da destinare integralmente alla sanità, la cui priorità sarà un piano straordinario di assunzioni per 10 mila medici e 20 mila infermieri. Nel dettaglio, le risorse saranno recuperate anticipando l’incasso delle imposte differite attive, che sarebbero comunque entrate nelle casse dello Stato nei prossimi anni.



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