Con l’aggiornamento delle FAQ da parte dell’Agenzia delle Entrate, facciamo chiarezza su come funziona la rottamazione delle cartelle, le scadenze da rispettare e le agevolazioni previste.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha recentemente aggiornato le FAQ sulla rottamazione delle cartelle, chiarendo alcuni dubbi relativi alle prossime scadenze e alle condizioni per beneficiare della cosiddetta “pace fiscale”. Questo aggiornamento arriva in un momento cruciale, subito dopo la scadenza del 23 settembre, quando doveva essere versata la quinta rata della rottamazione-quater.
Ora l’attenzione si sposta sulla prossima scadenza del 30 novembre 2024, data entro la quale dovrà essere versata la sesta rata. Per chi si trova in difficoltà con i pagamenti, esiste un margine di tolleranza di cinque giorni, ma le regole restano stringenti: ulteriori ritardi o pagamenti incompleti possono comportare la decadenza dell’agevolazione. Vediamo insieme cosa comporta la rottamazione e come gestire le prossime scadenze.
Cos’è la rottamazione delle cartelle?
La rottamazione delle cartelle, introdotta dalla Legge n. 197/2022, è un’opportunità per i contribuenti di regolarizzare i debiti fiscali accumulati dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Si tratta della versione più vantaggiosa di tutte le sanatorie precedenti, perché consente di pagare solo l’importo dovuto per imposte, tasse e tributi, senza dover versare le sanzioni e gli interessi maturati.
Tra le somme che devono essere pagate rientrano:
- Le imposte e i tributi indicati nella cartella (come Irpef, Ires, tributi locali, bollo auto, ecc.);
- Le spese di rimborso delle procedure esecutive;
- Le spese di notifica della cartella;
- Gli interessi di dilazione al 2% nel caso di rateazione.
Non sono invece dovuti gli interessi di mora, le sanzioni collegate alle imposte e l’aggio della riscossione. Questo rende la rottamazione un’opportunità vantaggiosa per chi ha debiti pregressi con il fisco.
Prossime scadenze e margine di tolleranza
La sesta rata della rottamazione-quater dovrà essere versata entro il 30 novembre 2024. Grazie ai cinque giorni di tolleranza previsti dalla legge, i pagamenti saranno considerati validi se effettuati entro lunedì 9 dicembre 2024. Tuttavia, è importante ricordare che la tolleranza vale solo per pochi giorni: se il ritardo supera questo limite o il pagamento è parziale, il contribuente perde automaticamente il beneficio della rottamazione, con la conseguente riattivazione del debito originale e delle sanzioni collegate.
Come recuperare i bollettini di pagamento
Per chi ha difficoltà a reperire i bollettini di pagamento, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione mette a disposizione diverse modalità per ottenerli.
È possibile accedere all’area riservata del sito internet dell’Agenzia, oppure richiedere una copia dei moduli di pagamento compilando un apposito form online. Basta inserire il codice fiscale e indicare l’indirizzo e-mail a cui ricevere i bollettini.
Cosa succede in caso di mancato pagamento?
Le regole della rottamazione sono molto severe per quanto riguarda i ritardi e i pagamenti incompleti. In caso di mancato versamento della rata entro i cinque giorni di tolleranza, il contribuente decade dalla definizione agevolata e il debito tornerà a essere soggetto a sanzioni e interessi. I pagamenti effettuati fino a quel momento saranno considerati come acconti e non verranno restituiti.
Agevolazioni per i territori alluvionati
Per i residenti nelle zone colpite dalle alluvioni, resta operativa una proroga di tre mesi per il pagamento delle rate della rottamazione-quater.
I termini di pagamento, in questi casi, sono stati differiti per dare un po’ di respiro a chi ha subito danni dagli eventi atmosferici. Ad esempio, la quinta rata, originariamente prevista per il 31 ottobre, potrà essere pagata entro il 5 novembre 2024, considerando i cinque giorni di tolleranza.
Rottamazione-quinquies: cosa aspettarsi?
Molti contribuenti sperano in una riapertura della rottamazione con una nuova sanatoria, la cosiddetta “rottamazione-quinquies”, che potrebbe essere inserita nella prossima Legge di Bilancio. Al momento, però, non ci sono conferme ufficiali, ma si prevede che possano esserci novità a partire dal 2025.
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