PERUGIA – «Perugia e l’Umbria sono la prima tappa di una lunga campagna di assemblee e iniziative che attraverserà tutta Italia per preparare lo sciopero generale del prossimo 29 novembre». Lo ha detto oggi Maurizio Landini intervenendo all’iniziativa “L’Umbria che lavora sfida il futuro”, promossa dalla Cgil regionale. Otto ore di stop, per l’intera giornata, con manifestazioni territoriali, per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
«Chiediamo cambiamenti profondi e radicali per questa manovra, non semplici emendamenti – ha detto Landini intervistato dalla giornalista Daniela Preziosi del Domani – È necessario un cambiamento di indirizzo sostanziale, a partire da una vera riforma fiscale, che attualmente il governo non sta realizzando; anzi, sta facendo esattamente il contrario attraverso condoni e agevolazioni elettorali. Stiamo parlando di misure che mettono a rischio il futuro del nostro Paese, a cominciare dal suo settore industriale e manifatturiero».
Uno sciopero che parla molto anche all’Umbria, come rimarcato dalla segretaria generale della Cgil dell’Umbria, Maria Rita Paggio, e dai segretari delle due Camere del Lavoro di Perugia e Terni, Simone Pampanelli e Claudio Cipolla. «La nostra regione ha davanti sfide decisive – ha detto Paggio – come spopolamento, lavoro povero, deindustrializzazione e smantellamento della sanità pubblica. C’è bisogno di un netto cambio di passo e di politiche che riducano le disuguaglianze sociali e territoriali. Per questo abbiamo presentato, anche in vista delle prossime elezioni regionali, un documento con le nostre priorità. E lo sciopero generale sarà l’occasione per rilanciare queste proposte e chiedere conto alla politica che negli ultimi anni è stata sorda alle richieste del mondo del lavoro».
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