Quasi duecento anni di carcere complessivi sono stati comminati dal Gup del Tribunale di Napoli, Maria Laura Ciollaro, al termine del processo con rito abbreviato su un’estesa rete di traffico di stupefacenti, che aveva come asse il trasferimento di droga dal Lazio alla Valle Caudina. Il giudice ha accolto quasi integralmente le richieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, infliggendo quindici condanne e disponendo un’assoluzione. L’inchiesta è stata seguita dai pm Simona Belluccio e Francesco Raffaele, oggi Procuratore Aggiunto di Avellino, e condotta dai Carabinieri di Benevento.
Le Pene Comminate Tra i condannati, Erminio Pagnozzi ha ricevuto la pena più severa con 20 anni di reclusione, mentre per Giulia Sopranzi la condanna è stata di 10 anni e 20 giorni, senza la qualifica di organizzatrice. Anche Nikj Gjergi, non riconosciuto come organizzatore, ha avuto 12 anni di carcere; Paolo Pagnozzi 16 anni e 8 mesi; Andrea Salsiccia e Vincenzo Lomasto entrambi 16 anni; Eugenio De Paola 18 anni, 10 mesi e 20 giorni. Mario De Paola è stato condannato a due pene di 4 anni e 1 mese e 9 anni e 1 mese; Aniello De Paola, classe ’77, a 11 anni e 6 mesi; Giuseppe Magliocca, classe ’70, senza il ruolo di organizzatore, a 13 anni, 8 mesi e 20 giorni; Giuseppe Magliocca, classe ’87, a 9 anni, 10 mesi e 20 giorni; Francesco Magliocca a 9 anni e 6 mesi; Palmerino Venoso a 10 anni e 10 mesi; Paolo Russo a 3 anni, e Nino Piacentile a 4 anni e 8 mesi. L’unica assoluzione è stata per Laura Radut.
Le indagini, avviate nel dicembre scorso con il blitz “Caudium”, hanno fatto luce su un sistema di spaccio strutturato che vedeva il flusso di droga dal litorale laziale, specialmente da Aprilia, dirigersi verso Tufara Valle, per essere smistato nei punti di vendita della Valle Caudina. Al momento dell’esecuzione delle misure cautelari, l’Antimafia aveva notificato anche la chiusura delle indagini preliminari a ventitré indagati, coinvolti nella vasta operazione che ha toccato i territori di Avellino e Benevento. Oltre ai reati legati allo spaccio, l’inchiesta ha riguardato anche un tentativo di estorsione avvenuto nel luglio 2021 ai danni di un’impresa edile a Castelpoto e ben 41 accuse di detenzione finalizzata allo spaccio, in gran parte riferite a sequestri compiuti tra luglio 2021 e aprile 2022.
Le investigazioni dei Carabinieri hanno ricostruito una rete capillare di pusher e corrieri, responsabili della distribuzione in piazze di spaccio come San Martino Valle Caudina e Tufara Valle. È stato inoltre individuato uno dei principali depositi della droga ad Aprilia, presso l’abitazione di un arrestato, dove lo stupefacente veniva preparato e confezionato per essere trasportato e distribuito in Valle Caudina. A sostenere l’intera rete c’era un esponente di rilievo del clan Pagnozzi, che, oltre ad autorizzare lo spaccio nel suo territorio, contribuiva economicamente all’organizzazione e, in almeno un caso, forniva mezzi per il trasporto della droga. L’operazione ha portato all’arresto in flagranza di cinque persone e al sequestro di circa 1,5 kg di cocaina, 5 kg di hashish, una pistola e 23 munizioni. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.
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